Ijf14. Egitto. The Square-Inside the Revolution: dalla caduta di Hosni Mubarak a quella di Mohamed Morsi

the square 1Dai “18 giorni” di Piazza Tahrir, che hanno portato alla fine del regime di Hosni Mubarak in Egitto, alle manifestazioni del giugno 2013, che hanno accompagnato la deposizione di Mohamed Morsi: questo l’arco temporale in cui si colloca The Square-Inside the Revolution, il documentario di Jehane Noujaim e Karim Amer candidato al Premio Oscar 2014. FocusMéditerranée ha partecipato alla sua proiezione durante il recente International Journalism Festival. Oggi ve lo racconta.

The Square è l’intreccio delle storie vere, delle passioni, delle lotte e delle speranze di sette persone che hanno partecipato in prima linea alla rivolta esplosa in Egitto nel gennaio 2011 e che ha avuto come centro – simbolico e non – Piazza Tahrir a Il Cairo.

Personaggio chiave del docufilm è Ahmed Hassan, un giovane della periferia cairota, che aderisce da subito con entusiasmo ai numerosi sit-in organizzati per richiedere le dimissioni dell’allora raìs Hosni Mubarak. E’ l’inizio del 2011, e, nonostante la dura reazione delle forze dell’ordine, la resistenza dei manifestanti è tenace, anche davanti ai numerosi pestaggi e torture perpetrati a danno di chiunque si opponga al regime: “l’Egitto viveva senza dignità”, dice Ahmed, “e dopo trent’anni di dittatura, corruzione e ingiustizia, siamo finalmente tutti uguali. […] La nostra Rivoluzione è la rivoluzione del popolo“.

Attorno a quella di Ahmed ruotano, poi, altre figure, le cui strade si intrecciano a quella del protagonista in un insieme crescente di voglia di libertà, paura di fallire e speranza nella (ri)nascita del Paese. Una rinascita all’insegna della giustizia e dell’uguaglianza sociale. Dalla giovane Aida a Kashef, film maker e attivista, che sul web racconta scontri e violenze da parte dei militari a danno dei manifestanti e subite in prima persona. Dal “cantante della Rivoluzione” Ramy Essam a Magdy Ashour, membro dei Fratelli Musulmani.

I 108 minuti di pellicola si focalizzano sui rapporti, le aspirazioni, le credenze e gli scontri ideologici che, all’interno del gruppo, come nella più vasta popolazione egiziana, si manifestano con il governo dei militari, prima, e con le elezioni del 2011-2012, poi.

the square 5Molto significative sono, infatti, le riflessioni di Ahmed e Kashef. A differenza di Magdy, i due giovani credono che sia i colonnelli, sia la Fratellanza Musulmana si siano serviti politicamente della Rivoluzione, svuotandola del suo significato originario di presa di potere da parte del popolo egiziano. Una sorta di tacito accordo volto a indurre al silenzio e all’immobilismo proprio le sue forze più genuine, ma meno organizzate, che, nei mesi precedenti la vittoria elettorale di Mohamed Morsi, avevano spinto alla protesta milioni di persone per le strade e nelle piazze d’Egitto. “E’ assurdo”, ammette infatti Ahmed nell’inverno 2012, “abbiamo fatto la Rivoluzione, ma non abbiamo una nuova Costituzione”.

Ma nel giugno 2013 la protesta popolare divampa ancora più accesa e riesce a portare alle dimissioni anche il leader dei Fratelli Musulmani. Come sostengono Ahmed e Kashef, a cavallo tra il 2011 e il 2013 in Egitto “è iniziato un cammino”. Tra scontri, processi sommari, guerre di nervi tra opposte fazioni e morti, è emersa la ferma volontà di milioni di persone di voler combattere non tanto per avere un “leader salvifico”, quanto piuttosto per avere un governo civile.

Come sostiene Imma Vitelli, che ha introdotto il film, il ruolo cruciale degli avvenimenti di Piazza Tahrir, nonostante la situazione attuale e le vicissitudini degli ultimi anni, è stato proprio aver piantato un seme nella coscienza del popolo egiziano: quello della convinzione che, lottando, il “cambiamento” è possibile.

Leggi anche:
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