“Nuove musiche” al Teatro Massimo di Palermo. Intervista a Francesco Giambrone

Francesco Giambrone. Ph. Rosellina GarboPALERMO – Quanto meno insolito, che una città proponga al mondo di identificarla con il suo teatro dell’opera: così è per Palermo, dove il Massimo costituisce monumento e simbolo per eccellenza, un po’ come il Duomo per Milano o la Tour Eiffel per Parigi. Vitale ovunque, lo scambio tra un teatro lirico e il suo contesto assume, qui, medesime accensioni, linfa, identià, destini.”Storicamente ponte ideale con il mondo arabo e il Mediterraneo, da sempre Palermo tesse con cura anche i legami con la Mitteleuropa”, dice Francesco Giambrone – medico, musicologo, saggista – sovrintendente dal giugno scorso.

La dualità di orizzonti promette di essere cifra delle sue scelte (soprattutto a partire dal gennaio 2016, una volta esauriti gli impegni assunti dalla Fondazione prima della sua nomina) e al contempo riannoda importanti fili passati, intellettuali ed emotivi. Nel programma Nuove Musiche 2014, ad esempio (dal 27 settembre al 5 ottobre, panoramica internazionale, variegata e stimolante di compositori, concerti, ospiti) affiorano echi di quelle Settimane Internazionali Nuova Musica, le quali negli anni ’60 fecero di Palermo la punta più a sud del dibattito che stava rivoluzionando il linguaggio musicale del XX secolo e trovava il suo riferimento nella Scuola di Darmstadt.

Teatro Massimo, Il Sovrintendente Francesco Giambrone. Ph. Rosellina GarboIndiretta ma altrettanto imperiosa, un’altra eco richiama gli anni ’90: Avid Lumi. Era un quadrimestrale edito dal Massimo, testi in italiano inglese arabo, distribuito sulle sponde sud e nord del Mediterraneo, in ogni numero c’era un CD di grandissima qualità; l’approccio interdisciplinare e interculturale spaziava dalla musica classica alla etnomusicologia al jazz e al rock, raccontava riti miti popoli ancora più sconosciuti di quanto lo siano tuttora. Francesco Giambrone era, allora, al suo primo mandato di sovrintendente al Massimo; Leoluca Orlando, sindaco. Anche adesso. Come dire che, dopo 18 mesi di commissariamento, la riapertura del Massimo non poteva avvenire sotto auspici migliori.

Per Giambrone, che in passato è stato sovrintendente anche al Maggio Musicale Fiorentino, la sfida consiste oggi, sostanzialmente nell’elaborare un grande progetto culturale di condivisione con la città, continuando a tenere i conti in ordine e a realizzarvi un cartellone (opere concerti balletti rimangono ovviamente il fulcro delle attività) all’altezza della tradizione. “Nell’arco dell’ultimo decennio – osserva – si sono dimezzati gli abbonati, che di un teatro lirico costituiscono lo zoccolo duro, scendendo a complessivi 4mila; agli spettacoli di lirica risultano occupati il 64% dei posti, alle serate di balletto il 62%, ai concerti il 37%. Obiettivo primo, urgente, è dunque ricuperare un rapporto forte con la città. In che modo? Esponendo le nostre idee per i prossimi cinque anni, chiarendole, verificandole, condividendole, stipulando tra il Massimo e il pubblico un patto che non dovrà mai essere tradito, ma che andrà rinnovato ogni sera. Per questo è mia abitudine seguire tutte le recite, perché il pubblico deve sapere con chi discutere, a chi dare suggerimenti, con chi confrontarsi”.

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1 Comment

  • Giuseppe Chibbaro

    La nomina di Francesco Giambrone a sovrintendente del Teatro Massimo è stata un’ottima scelta del sindaco Orlando. Il progetto che Giambrone ci propone è molto interessante. Conoscendolo ed apprezzandolo non posso che prevedere per l’ente lirico palermitano un futuro di attività artistici e culturali di livelli altissimi.

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