DoveStiamoAndando? A capire perché stiamo male quando cambia il tempo

ROMA – Con un leggero fastidio e appena un sorriso, fino a non molto tempo fa ti rispondevano: “Dovresti andare a vivere ai Caraibi”. Oggi, che siamo meno ignoranti, riconosciamo che la meteoropatia è una patologia.

“Cause fisiche e psicologiche si intrecciano e i possibili rimedi possono essere molto diversi”, dice Sandro Mandolesi, specialista in chirurgia vascolare, docente a La Sapienza, da sempre curioso e studioso anche delle medicine “altre”.

I malesseri si instaurano per lo più in autunno/inverno, quando le giornate gradualmente si accorciano e la luce cala; però esistono anche (in numero certamente minore) persone che si sentono a disagio in primavera, o in estate, con il cielo alto e il sole.

I sintomi delle meteoropatie, in generale?
“I cambiamenti climatici – dovuti al naturale evolversi delle stagioni oppure a brusche variazioni atmosferiche come i temporali o il levarsi improvviso di un forte vento – possono sia riacutizzare patologie preesistenti come ulcere gastriche, problemi cardiaci, postumi di vecchi traumi ecc. (meteoropatia secondaria), sia causare in persone in buona salute dei disturbi di tipo neurovegetativo quali alterazioni del sonno, cefalea, astenia, ansia, irritabilità, difficoltà di concentrazione (meteoropatia primaria)”.

Soggetti più esposti?
“Direi che la patologia interessa uomini e donne di tutte le età. Comuni denominatori sembrano lo stress lavorativo o ambientale o familiare o sociale o esistenziale, e i nostri ritmi di vita che diventano sempre più frenetici”.

Il che spiegherebbe anche l’aumento costante e rapido del numero di meteoropatici. In Italia negli anni ’50 erano circa il 5% della popolazione; oggi rappresentano il 25/30% (complessivamente intorno ai 18 milioni). In Europa, di questa patologia soffre un cittadino su tre.

Rimedi?
“Tanti e diversi, proposti dalla nostra medicina occidentale, dalla fitoterapia, dalla medicina Ayurvedica, dall’omeopatia… Non esiste un trattamento unico in grado di contrastare le tante forme diverse di questo disagio: dieta, esercizi fisici, massaggi, integratori alimentari e/o altri prodotti riequilibranti, antidepressivi di vario tipo, agopuntura, shiatsu e altro possono senz’altro dare giovamento. Comunque, per chi sappia di essere meteoropatico, essenziale è individuare la forma dalla quale è affetto, e cominciare a curarsi un po’ di tempo prima dell’abituale insorgere dei sintomi”.

Tra i popoli mediterranei, i disagi da cambiamento climatico sembrano comparire in autunno/inverno.
“La cosiddetta Seasonal Affective Desorder (SAD) è una sindrome stagionale dovuta specificamente alla diminuzione della luce, ed è una forma depressiva. Le giornate si accorciano, si rallenta l’orologio biologico che regola gli ormoni, il sonno e il tono dell’umore. La luce solare favorisce la produzione di adrenalina, noradrenalina e cortisolo, che sono responsabili del risveglio. In assenza di luce, invece, vengono prodotte la melatonina e la serotonina, che aumentano la predisposizione al sonno. Soffrono di SAD circa un milione e mezzo di persone”.

Esiste una cura specifica, oltre a quelle previste per le varie forme di meteoropatie?
“Una certa efficacia ha dimostrato la fototerapia, o terapia della luce: consiste nell’esposizione, ogni settimana per un determinato numero di ore, a una lampada molto luminosa appositamente studiata per curare questo tipo di depressione. I risultati si osservano dopo due-quattro settimane ma, se si sospendono le sedute, i sintomi ricompaiono. Per questo è consigliabile proseguire durante l’intero periodo invernale, fino a quando aumentano le ore di luce solare naturale. Al di là dei supporti medici, sono utili anche eventuali specifici accorgimenti – ad esempio chi viva il disagio di giornate buie e nebbiose dovrebbe poter vivere e lavorare in ambienti che abbiano un arredamento chiaro e pareti tinteggiate a colori luminosi”.

(segue giovedì 29 marzo: intervista a Giuliana Campanella, psicoanalista)

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1 Comment

  • Thebaud Fabienne

    Il problema mi viene in primavera, mi da fastidio quando mi metto al sole. Mi sento un po’ più nervosa, il cuore in gola, poi stonata, amareggiata, non posso rimanere al sole. Mi dispiace perché d’estate, per queste sensazioni, non vado a mare. Ho anche la testa che mi gira.

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