DoveStiamoAndando/ Probabili tendenze per i prossimi anni: naturale al botulino

Liberi Amori Possibili. Ph. Angelo RedaelliProbabili tendenze per i prossimi anni: arte, salute, valori, sentimenti, società, economia, estetica, usi, costumi e quant’altro. DoveStiamoAndando? Suggerite argomenti?

Mangi biologico, le energie alternative ti affascinano, rifiuti le pellicce, privilegi la posta elettronica alla cartacea, controlli gli ingredienti dei prodotti, metti la mascherina pedalando…e l’aspetto? In nome della ritrovata natura stiamo andando verso rughe diffuse, peli fluenti, chili in libertà e capelli ineluttabilmente bianchi? Può essere una scelta – al mondo c’è posto per tutti – ma la probabilità maggiore è che la bellezza, domani, sia “naturale al botulino”, sintetizza Carlo Tessier, il parrucchiere di Al Pacino, Noah, Kevin Costner, delle sfilate di Valentino, di altre celebrità.
Cosa vuol dire?

“Che vedremo sempre meno ceroni ciglioni labbroni senoni. Cresceranno il gusto, la voglia di naturalezza che, come tutti sappiamo, si ottiene con il massimo dell’artificio (non soltanto in campo estetico). Donne e uomini  – la presenza di questi ultimi è in costante ascesa nei saloni di bellezza – sapranno utilizzare al meglio il botulino, evitando di esagerare come sovente succede oggi, e adeguatamente supportandolo con l’acido ialuronico. Chiaro che, in quest’ottica, l’età anagrafica conterà sempre meno. Credo che (quasi) nessuno/a rimpianga i tempi in cui l’aspetto fisico decadeva intorno ai 50 anni se non prima; stiamo scoprendo il piacere dei capelli tinti, un bel taglio, una depilazione sensata, vestiti non smorti; a maggiore ragione perché non il botulino? Tra l’altro, con la pelle più liscia, magari abbronzata con oli essenziali, ti ritrovi un bell’aria sana, puoi anche evitare di truccarti. Insomma, il massimo della naturalezza”

I capelli?
“Certamente si accentuerà l’attenzione alla qualità dei prodotti. Per il resto niente più acconciature agghindate o sontuose o solenni o elaborate; i capelli dovranno apparire naturali. (E infatti. Era un capolavoro di sapienza e di artificio, quella pettinatura tipo ‘esci-dalla-doccia-ti-asciughi-e-via’ che Al Pacino esibiva all’ultimo festival di Venezia, ndr). Quanto a lunghezza e colore, dipende dalla persona. Un parrucchiere deve valorizzare i caratteri, le peculiarità. La bellezza non è la perfezione; la bellezza è Picasso. E sarà sempre più così. Esattamente il contrario di quanto cita il solito luogo comune sulla presunta progressiva omologazione. Ci sono anche delle curiosità. Ad esempio il viola sembra collegato ai periodi di crisi; man mano che se ne esce aumenta la voglia di rosso, associato all’idea di rinascita, di liberazione (forse per questo la tradizione lo consiglia per Capodanno)”.

Per Carlo Tessier il lavoro è vocazione, aggiornamento, entusiasmo. A 10 anni andava di nascosto ad aiutare il parrucchiere di sua madre, a 16 lasciò la scuola per lavorarci, gettando nella costernazione i genitori che lo volevano laureato. Da una vita va e viene con Londra (“Puoi essere più bravo di tutti ma se non ti aggiorni continuamente la mente si chiude, se non sai intuire le tendenze la tua vita professionale si ferma perché quel che fai oggi è già vecchio nel momento stesso in cui lo fai”). Nei suoi atelier romani lavora 10/12 ore quotidiane, domenica e lunedì insegna e/o prepara sfilate (“A volte i ragazzi mi dicono di essere stanchi, magari hanno ragione ma a 20 anni come si fa ad avere voglia di staccare? Io anche adesso andrei avanti tutti i giorni fino a mezzanotte”)

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