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Sono due gemelli libanesi, vivono a Tripoli e sono gli ideatori del progetto artistico Ashekman. Hanno scelto la parola araba “Salam” – che significa pace – per rispondere alla guerra con l’arte. L’hanno dipinta su 82 tetti della città: un’installazione che si estende per 1,3 chilometri e si può leggere solo dal cielo.
“Vogliamo cambiare la percezione che gli altri hanno di noi”, spiegano Omar e Mohamed Kabbani. Sono artisti di strada, ma sono anche giovani che esprimono responsabilmente un messaggio di solidarietà. Originari di Beirut, hanno scelto di spingersi più a nord, dove l’arte è pressoché inesistente perché non porta profitto.
L’obiettivo dei due fratelli era quello di unire con la creatività due quartieri di Tripoli profondamente divisi: Jabal Mohsen, a maggioranza alawita, e Bab al-Tabbaneh, popolato da sunniti.
Con il supporto della ONG locale March, hanno reclutato oltre 50 residenti di entrambi i quartieri, che hanno partecipato attivamente al progetto nominato “Operation Salam“, aiutando Omar e Mohamed a dipingere le lettere di pace sui loro tetti. Proprio lassù, dove poco tempo prima volavano solo insulti e pallottole.
(Fonte: CNN, Middle East Eye)