Come in un film in bianco e nero, Freedom Hospital è il libro-fumetto di Hamid Sulaiman che ci mostra la catastrofe siriana. Guarda la gallery e leggi uno stralcio.
Sulaiman ha vissuto questa tragedia sulla propria pelle. Il suo lavoro è, infatti, uno squarcio di una Siria che sprofonda sempre di più nel disastro, raccontata attraverso le storie di chi ancora coltiva i semi della primavera araba.
Il libro è ambientato in una piccola città di provincia, simile a quelle nel nord della Siria. Yasmine, pacifista militante, ha istituito un ospedale clandestino. È la primavera del 2012 e 40mila persone sono morte dall’inizio della Primavera araba siriana. Con lo scandire delle stagioni, il libro racconta le vite dei protagonisti, il loro impegno politico, il tradimento, le amicizie che si rompono e si ricompongono sotto l’ombrello onnipresente della guerra. Fino a una nuova primavera.
Hamid Sulaiman è nato a Damasco. E’ lì che ha studiato arte e architettura, per dedicarsi poi alla pittura e al fumetto.
Nel 2011 è stato costretto a lasciare il suo Paese: “Sono fuggito dalla Siria il 17 agosto”, racconta durante la conferenza stampa di presentazione del libro. “La mia prima destinazione è stato l’Egitto”. E’ lì che un giorno il conducente di un taxi gli ha chiesto se Assad stesse dalla parte dell’armata libera siriana. “Ho capito che la mancanza di mezzi di informazione liberi aveva creato enormi fraintendimenti”.
Poi ricorda quando è andato in Francia, nel 2012: “La confusione sulla Siria era ancora più grande. Penso che nessuno possa raccontare quel che succede nel mio Paese, nemmeno le persone che vivono quegli avvenimenti terribili”.
Perché questo libro allora? “Ho scritto Freedom Hospital per raccontare il mio punto di vista su quel che succede, non per spiegarlo. Non ho cercato di essere neutro e non pretendo di scrivere l’esatta realtà delle cose, ma dovevo dar forma a questo grido che avevo in gola“.