Nell’incantevole Cappella Marchi di Seravezza, in provincia di Lucca, prende vita un’installazione site-specific, un invito a contemplare la profondità della nostra esistenza individuale e collettiva. In un mondo frenetico e spesso disarmonico come il nostro, emergono le riflessioni degli artisti sulla necessità di recuperare la naturale condizione di armonia dell’individuo, riconnettendolo con i suoi simili e con l’universo di cui è parte integrante.
Gli autori scelgono la potente metafora dell’“Akasha”, la memoria cosmica secondo la conoscenza Veda, un archivio simile a un libro o a un film che registra ogni evento, pensiero ed emozione del nostro mondo. L’esposizione “Vṛtti” sarà aperta al pubblico fino al 23 dicembre. Si basa su un termine sanscrito dell’induismo, che descrive le onde vorticose di pensiero generate in modo incessante e inconsapevole dalla mente. Si andrebbero ad imprimere in modo indelebile nell’Akasha, influenzando il nostro karma e l’energia che circonda la nostra coscienza.
Centinaia di strisce di cartoncino di diverse dimensioni danzano nell’aria, appese con filamenti trasparenti alla volta della chiesa. Si tratta di residui dei ritagli della carta su cui Joanna Brzescinska-Riccio disegna le sue opere. Queste strisce gravitano sopra un apparecchio radio degli anni Quaranta/Cinquanta, collocato al centro della cappella, che emette suoni e rumori di sintonizzazione radiofonica. In fondo, un televisore 55 pollici posizionato nella parte inferiore dell’altare proietta un’opera audiovisiva realizzata da Giuseppe Joh Capozzolo. Utilizzando una tecnica completamente analogica, priva di post produzione digitale, l’artista impiega gli stessi cartoncini per rappresentare in modo dinamico i vortici delle Vṛtti, immersi in un liquido trasparente che simula l’Akasha.
Quattro opere di Joanna, denominate Portale I, Portale II, Portale III e Portale IV, adornano le pareti della cappella, offrendo una rappresentazione artistica delle fonti della conoscenza.
L’inaugurazione dell’evento si terrà venerdì 8 dicembre e prevede una performance al piano, con una improvvisazione sincronizzata con il suono pre-registrato del video. Abbiamo chiesto agli autori di condividere con noi i dettagli affascinanti di questo progetto che promette di immergerci in un mondo unico e suggestivo che si estende anche al Mediterraneo. I due artisti vivono in Liguria, di fronte al mare. L’influenza del loro abitare si vede soprattutto nella profondità e nel modo di fare e interpretare l’arte.
Qual è la relazione tra noi, abitanti del Mediterraneo, e il cosmo?
“La relazione tra individualità e cosmo può essere affrontata da diverse prospettive, ognuna delle quali offre un modo unico di comprendere la nostra esistenza e il nostro ruolo nel contesto più ampio dell’universo. Esiste una connessione spirituale che implica il riconoscimento della nostra appartenenza ad un tutto più grande e interconnesso. Una connessione di significato, attraverso cui possiamo tentare una riflessione sui motivi del nostro esistere in relazione alla vastità incommensurabile dell’universo. Una connessione di reciproco impatto, derivante dalle azioni degli individui, i quali a loro volta, dall’osservazione e dalla comprensione del cosmo, possono essere influenzati nelle prospettive e nel comportamento individuale e collettivo. Sotto un profilo squisitamente artistico, pensiamo che il rapporto tra individualità e cosmo sia ben presente in chi fa arte: gli artisti possono cercare di esprimere concetti universali attraverso l’individualità dei loro soggetti o delle loro opere, come, per esempio, potrebbe avvenire con la rappresentazione dell’infinità del cosmo attraverso un particolare oggetto o figura umana; oppure opere astratte possono essere interpretate come tentativi di catturare l’essenza del cosmo al di là della rappresentazione realistica, mentre le forme e i colori potrebbero essere impiegati per evocare sensazioni di vastità, mistero o interconnessione. In definitiva, l’uso creativo della metafora aiuta l’artista di ogni disciplina ad indagare su questo misterioso rapporto che da sempre mette in relazione la nostra coscienza individuale con quella universale, in un inscindibile legame che presiede la profondità della nostra esistenza, dalla nascita alla morte e, forse, oltre …”
Come possiamo comprendere e comunicare in modo efficace la complessità del mondo che ci circonda?
“La conoscenza e la comprensione della realtà, così come la sua giustificazione, implica la capacità di riconoscere, interpretare e dare significato agli eventi, alle informazioni e alle esperienze che si verificano nel contesto della vita quotidiana. Non si tratta ovviamente solo di percezione sensoriale, ma anche di conoscenza e di informazione: la conoscenza pregressa e l’accesso alle informazioni influenzano la nostra interpretazione degli eventi. L’educazione, l’esperienza personale, la cultura, l’ambiente sociale in cui si vive, unitamente al pensiero critico individuale, determinano “filtri personali” che aiutano a discernere tra fatti, opinioni e interpretazioni soggettive. E le emozioni possono influenzare in modo sensibile la percezione della realtà. Ecco perché siamo convinti sull’esigenza di riflettere sulla opportunità di ripristinare il nostro grado di controllo sui flussi della conoscenza per cercare di selezionare dalla mole delle informazioni cui siamo oggi più che mai investiti, spesso per motivi di condizionamento più o meno subdolo nelle scelte economiche e sociali, le nozioni più funzionali alla promozione di un sistema di vita più coerente rispetto alle leggi universali dell’armonia, regole che si ritrovano ovunque nel Creato, e che tuttavia mettiamo in discussione per finalità egoistiche, affidandoci a mere parvenze di realtà che appagano bisogni meramente effimeri e transitori.”
Voi tentate anche una sorta di dialogo tra arte e scienza. Due sponde dello stesso mare?
“Sul rapporto tra arte e scienza, occorre evidenziare preliminarmente la differenza che intercorre fra “consenso scientifico” e “scienza” intesa nel senso vero e proprio del termine.
Consenso scientifico è praticamente l’aria che tira negli ambienti accademici. La scienza, quella vera, è un metodo, un metodo di indagine, la coltivazione del dubbio, un procedere contro i dogmi, una sfida alle certezze. E ciò accade raramente nei contesti accademici, e così è sin dai tempi di Galileo. La scienza, che è un dogma, non è più scienza, ma solo cieca fede. Se parliamo della scienza, quella vera, c’è un fattore – anche se non l’unico – che collega insieme lo scienziato e l’artista: l’intuizione.
C’è un mistero dietro le grandi scoperte: il mistero delle grandi menti dei geni della scienza. Uno scienziato prima intuisce e poi cerca di trovare le prove delle sue intuizioni. Così come lo scienziato, anche l’artista si affida alla sua intuizione e solo dopo viene la tecnica, la composizione, la realizzazione di un soggetto pensato. L’intuito dell’artista si materializza quindi in un’opera d’arte. Ad esemplificazione del rapporto tra arte e scienza consideriamo le cattedrali, vere opere del genio artistico e scientifico umano: la geometria sacra, la sezione aurea, la divina proporzione, che oltre in natura troviamo in architettura, nei dipinti e sculture di grandi artisti.
Nel nostro modo di essere artisti, così come sicuramente in altri, esiste un collegamento inscindibile tra l’immensamente grande e l’immensamente piccolo, due facce di una medesima medaglia che è l’Universo: la bellezza dell’Universo può essere scoperta e apprezzata usando indifferentemente il telescopio come il microscopio: la scienza e gli scienziati hanno fornito strumenti per farci conoscere mondi la cui bellezza è anche una fonte inesauribile per l’ispirazione artistica. “Per scoprire qualcosa è meglio eseguire esperimenti accurati che impegnarsi in profonde discussioni filosofiche” è l’affermazione di Richard Faynman, grande fisico premio Nobel (1965) per lo sviluppo dell’elettrodinamica quantistica. Questo pensiero per noi vale non solo per la scienza, ma anche per l’arte: essere artista vuol dire anche sperimentare, quotidianamente”.
Voi, come artisti, ricercate l’equilibrio. Nel Mediterraneo si lotta da secoli per raggiungere un equilibrio armonioso. Ma cos’è l’armonia e come conseguirla?
“L’armonia, con le sue leggi universali, dovrebbe governare il nostro pensiero e il nostro agire in ogni momento della nostra vita, sia nella dimensione individuale, sia in quella collettiva, di relazione. Nel mondo scientifico, come in quello artistico, l’armonia è intesa come un principio che porta a un equilibrio e ad una coerenza. Può trattarsi di equazioni matematiche che descrivono il comportamento della materia o di colori e forme che compongono un capolavoro artistico. In entrambi i casi pensiamo che l’armonia contribuisca alla bellezza, alla comprensione e alla significatività della realtà che ci circonda e che apprezziamo attraverso i sensi fisici; ma anche quella che può essere percepita attraverso i meccanismi più reconditi dell’intuizione.
Nella creatività umana nella natura, l’armonia può essere vista come una delle guide più importanti per cercare la coesistenza e la cooperazione tra elementi diversi, portando a sperimentare quella sensazione di unità e piacevolezza a cui tutti gli esseri umani dovrebbero ispirarsi per potersi definire tranquillamente tali”.