IMMIGRAZIONE/Finalmente il permesso di soggiorno. E adesso il test di Italiano!

di Manehil O.

Testimonianza di una lettrice di Independnews:
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Finalmente ho il permesso di soggiorno. Grazie, grazie, grazie! Non posso credere ai miei occhi…ormai avevo perso le speranze. Ho in mano questa tesserina luccicante e non ci credo ancora. Ripensando a tutto quello che ho dovuto fare per ottenere questo permesso, forse non lo rifarei. Forse non consiglierei neppure ai miei connazionali di venire in Italia, non tanto per il Paese, che è meraviglioso, ma per le trafile burocratiche: lunghe, confuse e spesso contraddittorie.

Per Manehil O. sono stati cinque anni di dure prove, fisiche e psicologiche, per essere finalmente integrata in Italia, o quasi. .. visto che questo è solo il primo passo. La sanatoria per regolarizzare colf e badanti è stata ampiamente criticata. Vi ricordate gli immigrati sulla gru a Brescia? Le domande per ottenere il permesso di soggiorno sono di difficile comprensione e non solo per gli stranieri. In questi giorni il sistema informatico del Ministero dell’Interno per la gestione delle pratiche relative al Decreto Flussi non funziona. Tanti spunti di riflessione, come quello della nostra lettrice, alla quale Independnews augura tutta la fortuna che merita! Fateci sapere anche voi cosa ne pensate e quali soluzioni proponete.

 

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Se ce l’ho fatta, lo devo solo ai miei datori di lavoro, che mi hanno portato qui e aiutato. E non è stato facile neppure per loro! Hanno provato ad invitarmi in Italia con la Legge Bossi-Fini. Penso di essere l’unico caso in tutto il Paese. Quando mai qualcuno decide di offrire un lavoro ad un perfetto sconosciuto che vive chissà dove?

Sono una ragazza sudanese di 27 anni. Quando ne avevo 4 sono scappata dal Sudan con la mia famiglia e siamo andati a vivere in Egitto. Lì ho iniziato a lavorare come colf per una coppia di italiani, che, dopo qualche anno, ha deciso di portarmi a Milano. Sono arrivata qui con un visto turistico perché al Consolato del Cairo ci avevano detto che non si poteva fare altro. Da allora abbiamo fatto un sacco di tentativi per regolarizzarmi, ma nulla è stato possibile.

Dopo ripetuti viaggi Milano-Cairo-Milano per rinnovare il permesso temporaneo che avevo, siamo riusciti ad ottenere un visto di studio di un anno. Volevo seguire un corso di italiano organizzato dal Comune di Milano, ma non potevo farlo perché il mio visto scadeva prima della data di fine corso. Assurdo!

Poi lunghe code con i miei datori di lavoro. Prima abbiamo tentato con il Decreto Flussi, che non era ancora uscito, poi siamo andati in Questura, che, per queste pratiche, era stata appena sostituita dalla Posta, e ancora lunghe code con l’orologio in mano all’ufficio postale, per consegnare il kit compilato (assolutamente complicato ed incomprensibile) entro i termini stabiliti dalla legge. Vivevo alla giornata, senza un vero e proprio permesso, un codice fiscale, una tessera sanitaria. Potevo contare solo sui miei datori di lavoro, che stavano iniziando ad essere stanchi anche loro! Quanto ho detestato l’Italia in quel periodo!

Anche cercare di trasformare il mio permesso di studio in permesso di lavoro è stato inutile, visto che non studiavo in un’ Università italiana, ma in una scuola privata di lingue! Ennesimo tentativo è stata la richiesta di asilo politico, anche questa bocciata.

Finalmente la sanatoria per regolarizzare colf e badanti, altra trafila burocratica molto complessa. Una prima convocazione all’Inps, dove mancavano dei documenti, poi la seconda convocazione sei mesi dopo, dove avevano sbagliato a scrivere il mio nome. Ormai non ci speravo più. Ed ecco un altro appuntamento in Questura, dove anche qui il nome che compariva sulle carte era errato. Quindi ancora un appuntamento. Infine la bella ed inaspettata notizia: hanno accettato la mia domanda e rilasciato il mio, dico mio, permesso di soggiorno!

Per mostrarvi l’atmosfera che si vive nell’ufficio immigrazione dove colf, badanti e datori di lavoro vengono convocati agli appuntamenti, ho scattato qualche foto. Eravamo tutti ammassati come bestie. Nessuno ci diceva dove andare e quanto avremmo dovuto aspettare. Gli immigrati sopportano perché non hanno scelta, i datori di lavoro, invece, esplodono di collera!

…. Adesso mi aspetta il test di italiano e poi chissà cos’altro si inventeranno!!! Vi sembra giusto?

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1 Comment

  • mohamed

    sono da 11 anni in italia sensa averi la posipilita di rigolarizarmi o provato in tutti i modi e nel loltima lege di golf e padante il mio datore di lavoro ha il redito passo di 3 mila euro e mi hanno rifiotato la domanda e adesso sono molto desperato non so come fare. 11 anni che non vedo i miei ginitore e i famigliare in questo mometo mi sento moto solo avolte penso anche di soscedirmi ma penso sempre al dolore che pricorò a mia madre. non sò cosa fare aitatimi per favore.

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