La Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) ha presentato anche quest’anno il XIX Rapporto nazionale sulle migrazioni 2013 in Italia.
Riportiamo di seguito alcuni stralci significativi del dati resi noti attraverso l’ufficio stampa dell’Ismu.
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Al 1° gennaio 2013 la popolazione straniera in Italia è stimata dalla Fondazione in 4 milioni 900mila (regolari e non), con un aumento di 275mila unità (+6%) rispetto all’anno precedente in cui si contavano 4 milioni 625mila …
La componente irregolare al 1° gennaio 2013 è stimata in 294mila unità (pari al 6% del totale delle presenze). Nel 2012 i disoccupati stranieri sono 380mila, 72mila in più (+25%) rispetto al 2011. Il più drastico calo di occupati stranieri si registra nell’industria e nell’edilizia: le assunzioni programmate nel 2012 si sono ridotte a un quarto rispetto a quelle del 2007. Si segnala inoltre che sono sempre di più gli stranieri che lasciano l’Italia: in base alle revisioni censuarie dell’Istat, Ismu stima che nel 2011 siano circa 200mila gli stranieri che hanno spostato la loro residenza all’estero. Si può supporre che anche nel 2012 il numero dei trasferimenti sia stato altrettanto consistente.
Parallelamente è in aumento anche il numero degli italiani che emigrano all’estero: nel 2012 hanno lasciato il Paese 68mila connazionali, mentre nel 2011 erano 50mila (e 40mila nel 2010). Le mete preferite dagli emigrati italiani sono la Germania (oltre 7mila), la Svizzera (oltre 6mila), il Regno Unito (quasi 6mila) e la Francia (più di 5mila). Le regioni che hanno visto i maggiori aumenti di cancellazioni anagrafiche di italiani nel 2012, rispetto al 2010, sono state il Molise (+147%), la Campania (+137%), la Basilicata (+129%), la Puglia (+120%) e la Sicilia (+96%). Le regioni meridionali, quindi, dimostrano di essere più in difficoltà rispetto alla Lombardia (+83%) e all’Emilia Romagna (+76%). In termini assoluti dal 2007 in poi, la Lombardia è diventata però la regione capolista per numero di italiani emigrati verso l’estero.
Nel dettaglio
1) LAVORO
Nel 2012 gli immigrati occupati sono 2 milioni 334mila, 82mila in più rispetto al 2011 (+3,7%), grazie soprattutto alle donne, che sfiorano un incremento dell’occupazione dell’8%, a fronte di un modesto 0,4% dell’occupazione femminile italiana. Questo aumento è dovuto per oltre l’80% alla crescita di domanda di assistenza familiare, che occupa prevalentemente donne (e che rafforza il fenomeno di segregazione lavorativa delle straniere).
Disoccupazione in aumento. Cresce la disoccupazione, per effetto dell’ampliamento della platea degli attivi, ovvero degli immigrati disponibili al lavoro (nel 2011 erano circa 2milioni 550mila, mentre nel 2012 sono oltre 2milioni 700mila, cioè il 6,1% in più). Nel primo semestre del 2013 i senza lavoro stranieri sono 511mila, mentre 2012 erano 380mila, 72mila in più (+25%) rispetto al 2011. Nei primi sei mesi del 2013 si registra un tasso di disoccupazione del 18%.
Crolla l’occupazione immigrata nell’industria e dell’edilizia. Il più drastico calo di occupati stranieri si registra nell’industria e nell’edilizia. Le assunzioni programmate nel 2012 si sono ridotte a un quarto rispetto a quelle del 2007, passando da 227.580 a 60.570, per oltre due terzi concentrate nei servizi e nel turismo. E’ diminuita soprattutto l’incidenza degli stranieri: nel 2007 era il 27% (il 26,9% nell’industria), mentre nel 2012 è il 14,9% (di cui solo il 12% nell’industria). Vuol dire che i settori che nell’ultimo decennio sono stati calamita di manodopera straniera (l’industria e le costruzioni) ora registrano un’inversione di tendenza, con un calo della richiesta di manodopera straniera del 48% nell’industria e del 38% nelle costruzioni.
2) SALUTE
Gli immigrati non si curano per motivi economici. Da una rielaborazione dei dati Istat 2011 sulla mancata fruizione di cure dopo l’individuazione di una malattia per il 2011 (ultimo anno disponibile), emerge che l’11,2% di extracomunitari afferma di non essersi rivolto al servizio sanitario nonostante ne avesse bisogno, contro il 7% degli italiani. Il motivo di queste mancate cure è l’impossibilità di sostenere le spese mediche per ben quasi il 90% degli extracomunitari, contro circa il 70% degli italiani.
3) COSA PENSANO GLI ITALIANI DELL’IMMIGRAZIONE
Da una recentissima ricerca dell’Ipsos e della Fondazione Ismu “L’immigrazione straniera: opportunità, risorse, problemi” è emerso che tra gli intervistati prevale l’impressione che gli immigrati rappresentino una quota eccessiva della popolazione e che il numero dei clandestini sia uguale o addirittura superiore a quello dei regolari. Ma, nonostante la tendenza a sopravvalutare la dimensione quantitativa del fenomeno migratorio, dall’indagine emerge che il 61% degli intervistati considera gli immigrati presenti in Italia una risorsa vitale.
4) I RIFUGIATI
Nonostante i drammatici eventi degli ultimi mesi, non c’e’ un esodo biblico di rifugiati verso l’Italia e l’Europa. Dall’analisi dei dati dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, emerge che a fine 2012, l’Europa accoglie il 17 % dei rifugiati mondiali (10,5 milioni).
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Nel corso del convegno sono state assegnate due targhe Ismu, una a un italiano, Giovanni Assenza, per il suo aiuto nel salvataggio dei profughi siriani sbarcati a Ferragosto sulle spiagge di Pachino (Siracusa) in Sicilia, l’altra all’Associazione Gruppo Donne Internazionale, per il suo impegno nel sostegno delle donne immigrate.