Lo ammetto, ci penso spesso: mi piacerebbe avere un figlio da lui. Ma quando vedo come è andata a finire tra alcune mie amiche e i loro compagni musulmani, la preoccupazione mi assale. E accantono l’idea.
Prendete la vicenda di Sara. Ha un figlioletto bellissimo, nato dalla sua relazione con un uomo senegalese. Mabaye è un migrante cronico, uno che fa 6 mesi in Italia e 6 a Dakar. Quando è a Dakar si fa un giro dalle sue prime due mogli. Sì, avete capito bene. Ha già due mogli e 5 figli (quelli ufficiali e riconosciuti).
Sara è rimasta incinta. Lui non voleva riconoscere il bambino, ma l’avrebbe fatto a patto che Sara fosse diventata la sua terza moglie. Sara se n’è guardata bene. “Non riesco, non ce la faccio”, mi ha sempre detto. “Non lo posso accettare”. Per il momento, la vicenda si è conclusa così: è nato Carlo Modou, uno scricciolo che promette di diventare alto due metri. Il padre si è pentito di non averlo riconosciuto ed è tornato alla carica. E Sara è sempre lì, tra l’incudine e il martello. Non si vuole sposare ma cederebbe per il bene del figliolo. Insomma, è il caos completo.
Nel nostro caso, che fare? Non siamo ancora sposati e io ritengo giusto agire con responsabilità. Eppure molte donne non la pensano come me. Gloria, la ricordate? Lei, con il suo fidanzamento ufficiale, la sua storia con Omar, la prima moglie di lui, Asmaa, che approva questa unione, facendo buon viso a cattivo gioco. Insomma, Gloria ha già deciso di fare di tutto per rimanere incinta. E fa discorsi come questo: “Che t’importa? Un figlio rimane, l’amore passa. Del resto, noi donne sappiamo come ingannare gli uomini. Prefiggiamoci l’obiettivo dell’anno: fare un figlio entrambe entro il dicembre 2012”. Peccato che l’erba voglio esista solo nel giardino del re.
Ora, ditemi voi. Sono scelte, per carità. Ma un bambino non lo si fa in due? Non ha tutto il diritto, se lo sapessimo in anticipo (e lo sappiamo, in questo caso), di avere un padre che lo cresca con responsabilità? E, soprattutto, una donna ha proprio bisogno di un figlio per sentirsi madre? Ha senso desiderare di essere una mamma-single? Ancora non riesco a darmi una risposta e sono piuttosto combattuta, soprattutto sapendo che il padre è musulmano e conoscendo la legislazione che regola la podestà sui figli in quei Paesi.
D’altro canto, come posso giudicare? Io, Sara e Gloria, le capisco. Ogni tanto giro la testa verso quell’angolo del soggiorno e vedo una carrozzina. Un miraggio da Favoloso mondo di Ameliè. Ma poi ritorno in me stessa e mi dico: “Hai lasciato di nuovo in giro la valigia da svuotare. Quando compri il prossimo biglietto aereo?”