Nobel per la Pace all’Unione europea. Cosa dicono i francesi

Le Monde, come tutte le maggiori testate europee, in questi ultimi giorni ha dedicato ampio spazio al Nobel per la Pace conferito all’Unione europea. La motivazione ufficiale risiede nel “contribuito a trasformare la maggior parte dell’Europa da un continente di guerra in un continente di pace”.
Non sono mancati dibattiti e polemiche sul vero significato del premio e sulle giustificazioni del Comitato dei Nobel che hanno spinto a questa decisione. Ma Le Monde si chiede “qui recevra la récompense en premier lieu?; quel usage sera fait des 930.000 euros octroyés ?”. Chi è di fatto il destinatario del premio, il responsabile politico, e che uso verrà fatto dei 930mila euro?

Superato il problema simbolico per cui il Presidenti del Consiglio, della Commissione e del Parlamento si recheranno ad Oslo,  in Norvegia, per la cerimonia di premiazione, subentra la questione politica del chi sia la figura che al momento maggiormente incarna lo spirito e la missione con cui è nata l’Unione europea. Alcune voci si sono sollevate per suggerire nomi di veri e propri “padri” del progetto europeo, come Jacques Delors e Helmut Kohl. Altri, invece, tifano per Martin Schulz, l’unico che rappresenterebbe i popoli d’Europa, attraverso un’assemblea democraticamente eletta.

Una soluzione più politacally correct è stata suggerita dal commissario europeo per gli Affari interni, Cecilia Malmström, che  ha suggerito di risolvere la controversia con l’invio in Norvegia di 27 bambini di diversi Stati membri.
La delegazione, invece, Van Rompuy-Barroso-Schulz rappresenterebbe un certo equilibrio politico: i primi due sono membri del Partito popolare europeo (PPE), il terzo dei social-democratici di sinistra.

Tuttavia, molti si chiedono, i rappresentanti attuali sono meritevoli di ricevere un premio, considerato che sembrano sedere ai vertici di una istituzione impotente dinanzi alla crisi attuale, una delle peggiori nella storia del vecchio continente, che la sta attraversando?
Forse il premio è all’idea dei padri fondatori generatrice di una unione politica ed economica che di fatto non c’è o è alla speranza che l’unione di popoli possa costituirsi in futuro?

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