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Norma “ammazza blog”. E i blogger tirano un sospiro di sollievo

In questi giorni, in cui il Governo è tornato ad occuparsi del disegno di legge sulle intercettazioni, molti blogger hanno temuto l’approvazione del famigerato comma 29, che estendeva l’obbligo di rettifica, previsto dall’art.8 della legge n.47 del 1948 (legge sulla stampa) a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali, quotidiani e periodici, diffusi per via telematica”.

LA MIA VERITÀ – Il tema delle intercettazioni ha riacceso il dibattito sul diritto di cronaca e la libertà di espressione sul web. Noi di Independnews – testata online registrata – l’abbiamo seguito con grande attenzione e preoccupazione. Credo che spesso gli strumenti per esprimere e diffondere le proprie opinioni siano mal adoperati e che un’autocensura sia, in taluni casi, auspicabile. Credo che i blog, così come i social network, dovrebbero avere una funzione socializzante e consentire la libera aggregazione e condivisione di interessi e valori positivi. Per questo motivo se da un lato penso fosse inopportuna l’estensione dell’obbligo di rettifica, così come era stata espressa dal comma 29 prima della rettifica parziale del 5 ottobre scorso, dall’altra auspico un’autoregolamentazione che responsabilizzi chi scrive a un maggior rispetto del lettore (es. tutela minorenni, sensibilità del lettore)”. E voi, come la pensate?

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Tale norma prevedeva il pagamento di una multa fino a 12.000 euro
(500 euro in meno rispetto a quanto previsto dalla prima stesura del provvedimento) qualora il sito informatico non avesse apportato nelle 48 ore successive alla richiesta le correzioni segnalate, anche con una semplice mail, dal soggetto “leso”.

Numerose le proteste da tutto il mondo del web. Centinaia di associazioni, blogger, gruppi di attivisti in rete, politici hanno invitato i loro lettori a diffondere un post a reti unificate in segno di protesta (come ad esempio ValigiaBlu).

Migliaia di cittadini della rete, incitati dal Comitato per la libertà e il diritto all’Informazione, si sono dati appuntamento il 5 ottobre a Roma, in piazza del Pantheon, per manifestare, come già lo scorso 29 settembre, contro la norma “ammazza-blog”. Poi l’annuncio di un nuovo appuntamento a Roma: il 12 ottobre  alle 17.00 sempre al Pantheon.

Sono state fatte denunce pubbliche contro la norma “bavaglio” alla settima edizione della Blogfest, la kermesse per gli amanti di Internet, che quest’anno si è tenuta a Riva del Garda dal 30 settembre al 2 ottobre e che ospita ogni anno le premiazioni dei Macchianera Blog Awards.

Sul web si sono moltiplicate campagne di raccolta firme per impedire l’entrata in vigore del comma 29 (come la proposta dei 7 emendamenti bipartisan promossa da Agorà Digitale), così come gli  appelli a sottoscrivere veri e propri giuramenti, come quello di Articolo 21, che proponeva a chi si occupa di informazione di “far prevalere sempre e comunque il diritto di essere informati e il dovere di informare attraverso tv, radio, giornali, siti, blog e con qualsiasi altro mezzo possibile”. C’è stato persino chi si è detto pronto alla disubbidienza civile, come GIULIA, la Rete delle Giornaliste Unite Libere Autonome.

Wikipedia, l’enciclopedia quarta al mondo per dimensioni e vincitrice del Premiolino 2009, ha minacciato scioperi e proteste contro il disegno di legge Alfano. Minaccia poi divenuta realtà con l’oscuramento dei suoi contenuti. Il 5 e 6 ottobre nel testo pubblicato in homepage si leggeva:  “La valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato. Se il decreto passasse sarebbe impossibile per qualsiasi sito continuare a godere del bene più amato in Rete: la libertà di espressione.” E gli utenti scrivevano: “Vogliamo poter continuare a mantenere un’enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?”.

Nel mondo ci sono circa 170 milioni di blog – e tra questi molti sono individuali – in cui le persone possono esprimere opinioni personali su temi di varia natura. Era stata proprio l’equiparazione di questi siti (ma anche forum e social network) alle testate registrate e all’editoria vera e propria a scatenare preoccupazione.

Il 5 ottobre, però, il colpo di scena. Il Comitato dei nove della Commissione Giustizia, che sta esaminando il DDL Intercettazioni, ha trovato un accordo bipartisan, che “salva” i blog dall’obbligo di rettifica e dal conseguente rischio di dover pagare multe, limitando l’applicazione della norma ai soli siti di informazione registrati ai sensi della legge sulla stampa.

“E’ giusto rinviare la disciplina dei blog e dei siti personali a un dibattito più approfondito”, dice Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, che accoglie positivamente la decisione del Comitato. Intanto prosegue la protesta contro il DDL Intercettazioni ed è lecito attendersi nei prossimi giorni ulteriori sviluppi e commenti da ambo i fronti.

Cari lettori “Independ”, aspettiamo le vostre riflessioni, opinioni e proposte in merito.

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Paul
11 anni fa

Ritengo che la distinzione fra blog e testata giornalistica sia un atto dovuto. Il lettore approccia i blog con sufficiente consapevolezza per distinguere le opinioni personali e le diffamazioni dalla cronaca dei fatti. Rimango comunque perplesso sulla reale motivazione che ha spinto ad una così rapida approvazione del decreto.Spero che questa manovra non rappresenti l’inizio di una politica che censura la libera espressione a favore di chi ha “potere”. Per questo motivo credo importante continuare a parlare di questi argomenti.

Alfredo
11 anni fa

Sono perfettamente d’accordo, le nostre critiche devono servire a smussare gli spigoli e dovrebbero anche farne tesoro, se sono in grado d’interpretarle.
“E’ un diritto di cronaca e libertà d’espressione”.