ROMA – Un sabato, alle 6 di mattina o giù di lì (ora italiana), arrivi in un hotel di un altro continente. Alla reception ti dicono che per poter salire in camera devi saldare in anticipo il tuo conto. E tu hai già pagato tutto da giorni, quando hai prenotato.
“Io tengo il telefono dell’ufficio sempre acceso e collegato al mio personale”, racconta Simone Carloia, contitolare di una prestigiosa agenzia di viaggi, da una ventina di anni attiva nel settore. “I clienti lo sanno, per ogni spiacevole imprevisto sono disponibile. Nel caso appena citato, ad esempio, l’importo non risultava solamente perché a volte alcuni alberghi non ricevono in tempo la lista dei pagamenti aggiornata dal loro ufficio contabile: un banale malinteso, risolto subito con una telefonata. Ma le complicazioni possono essere decisamente più serie: risolverle è compito fondamentale dell’agente di viaggio, o meglio della persona che noi del settore definiamo ‘Il Secondo Contatto'”.
L’avvento di Internet – nel nostro Paese a fine anni ’80 – ha gradualmente e radicalmente cambiato il modo di viaggiare. L’aereo è diventato il mezzo di trasporto più utilizzato, superando treni, auto, mezzi su strada e navi.
“Nel 2001, le compagnie aeree, in crisi dopo l’attentato alle Torri gemelle, cominciarono a tagliare i costi delle agenzie di viaggio, cui abitualmente riconoscevano commissioni tra il 5 e il 7 per cento. Da allora, fiorirono i portali dedicati ai viaggi, le compagnie aeree low cost cominciarono la loro ascesa.
Internet divenne punto fermo ineludibile per prenotare voli, hotel e noleggi auto, confrontare prezzi, verificare recensioni, pianificare itinerari.
È il modo di viaggiare scelto prima di tutto da tanti giovani che si divertono a organizzarsi da soli, prevedono disavventure ma ne gioiscono e anzi le condividono immediatamente via Social; poi da chi pensa che evitare le agenzie comporti automaticamente una minore spesa; infine da chi sceglie località conosciute e facilmente accessibili.
Le tradizionali agenzie di viaggio rimangono indispensabili per prenotare crociere e villaggi turistici. Per il resto, a noi si rivolgono in parte persone non giovanissime, ma soprattutto viaggiatori interessati a destinazioni insolite, remote, che esigono una programmazione più complessa – in definitiva mete nelle quali, come dire, è più realistico non escludere l’insorgere di un imprevisto, un contrattempo, un malinteso, con la conseguente necessità di un “secondo contatto.
Comunque sia, alla nostra attuale crisi resiste solo chi ha deciso di specializzarsi (in “viaggi su misura”, ad esempio, come abbiamo fatto noi)”.
In crisi anche i viaggi nel Mediterraneo?
“Si, sono tanto diminuiti, soprattutto in questo periodo”.
Anche la vostra clientela ama i Social?
“Certo, per tutti è cambiato il modo di fissare i ricordi. Con gli smartphone scattano centinaia di foto al giorno, le rivedono, le condividono sui Social praticamente in tempo reale, le commentano – tutti i turisti e viaggiatori amano raccontare, raccontarsi. Così, oggi non sono più le destinazioni a pubblicizzare se stesse, ma i visitatori stessi a farle conoscere; i loro profili sui Social diventano cassa di risonanza, e questo può rivelarsi grandissima opportunità sia per le località sia per gli operatori del settore”.