Sono passati poco meno di tre mesi dalle rivolte che hanno cambiato la Storia della Tunisia e del suo popolo. E da allora niente è più come prima. Dopo i tanti reportage della stampa internazionale che hanno documentato, minuto per minuto, la lunga notte del 14 gennaio e che ha portato alla fuga del presidente Ben Ali e all’instaurazione di un governo di unità nazionale (già sostituito con uno nuovo dal Primo Ministro Essebsi), le notizie, in Italia e in Europa, si sono fatte più sporadiche e frettolose.
L’entusiasmo e la voglia di ricominciare dei tunisini, invece, procede a grandi passi, senza sosta, quasi temendo che una pausa potrebbe far tornare tutto come prima. Anche chi aveva lasciato la Tunisia anni prima per fuggire alla repressione non vuole mancare questo appuntamento con la rinascita del proprio Paese, finalmente libero. Come Mounir Romdhani, reporter e filmmaker indipendente, in Italia dal 1988, che il 12 aprile è partito per un viaggio alla scoperta del volto nuovo di questo Paese. Il suo.
Quello che per noi è stato un evento politico – importante, certo – che ha segnato un cambiamento del quadro politico internazionale, per i tunisini è stato l’inizio di una nuova vita.
Per questo Mounir, dopo tanti anni trascorsi nel nostro Paese – è stato prima atleta, poi attore in alcune pellicole ed è diventato filmmaker – ha voluto andare a scoprire quella Tunisia, così diversa, lasciata vent’anni prima e che ora, libera, è pronta a procedere con un nuovo e ritrovato entusiasmo.
Mounir percorrerà, con videocamera alla mano, la sua terra in bicicletta, lentamente, quasi a non volersi perdere niente, a voler assaporare quello che forse per tanti anni ha pensato potesse essere solo un sogno.
Il suo viaggio lo porterà, per un mese e mezzo, da nord a sud, dalla costa all’entroterra, dalla capitale Tunisi ai più remoti villaggi nel deserto alle città come Hammamet, Sfax, Djerba, Tozeur, Bizerta… 2000 chilometri di strada che a noi possono dire poco ma che, per i tunisini, sono cultura, storia, vita quotidiana.
Oltre a tanti luoghi, saranno soprattutto le persone i veri protagonisti del reportage di Mounir: docenti universitari, attivisti del sindacato, rapper locali, ex detenuti politici, donne, bambini, poliziotti, gente comune e passanti sui suoi stessi sentieri.
I racconti e le testimonianze dirette raccolte da Mounir diventeranno, poi, un dvd prodotto e realizzato dalle Edizioni del Gattaccio dal titolo Tunisie, une chanson nouvelle. Un’occasione per conoscere da dentro la nuova Tunisia: una nazione che, dal gennaio 2011, canta appunto una nuova canzone.
Ulteriori info e possibilità di contribuire a sostenere questo progetto si trovano sul sito delle Edizioni il Gattaccio.
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