Guerre e Paci (Wars and peaces)

An analysis of military sociologist and journalist Giulia Aubry on social change in crisis areas, where she had a personal experience. |Un’analisi della giornalista e sociologa militare Giulia Aubry sui cambiamenti sociali nei Paesi in conflitto o in situazioni complesse.

Shalit e Gheddafi: vivere e morire nei social media


Due volti. Due storie. Due destini. Due modi di viverli. Ma soprattutto due modi di rappresentarli nei Social Media.

Gilad Shalit e Mu’ammar Gheddafi sono stati i protagonisti assoluti delle cronache internazionali delle ultime due settimane. I loro visi – il primo emaciato e felice, il secondo devastato dalla violenza della morte – sono apparsi ovunque nei media tradizionali, risvegliando sentimenti diversi, ma ugualmente forti. Ma è su Facebook, Twitter, Tumblr e Flickr che la loro rappresentazione ha consegnato all’iconografia i momenti più caratterizzanti della loro vita: la liberazione del soldato israeliano, l’uccisione del dittatore libico.

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KOSOVO/ Jarinjie, il villaggio conteso che continua la sua “guerra”


 
Sulla strada tra Mitrovica e Belgrado c’è un piccolo villaggio chiamato Jarinje. Fino al 1999 difficilmente qualcuno sarebbe stato in grado di trovarlo su una mappa. Era solo uno dei tanti villaggi nelle cui strade gruppi di persone apparentemente simili tra loro, talvolta persino imparentati, ma provenienti da etnie diverse, si guardavano con sospetto. Ma il 1999 avrebbe cambiato per sempre la storia di quel villaggio e dei suoi abitanti, che, dalla complessiva definizione di serbi (e prima ancora jugoslavi), sarebbero diventati per il mondo kosovari di etnia albanese e kosovari di etnia serba, protagonisti di una delle vicende più dolorose del XX secolo. Leggi ora »

E in Palestina “una squadra” gioca per la pace

Mentre nel mondo si continua a discutere sul destino della Palestina e, secondo un sondaggio pubblicato dalla Bbc, la maggior parte degli interpellati in 19 Paesi (49% dei 20.446 intervistati, tra cui anche cinesi) vuole il suo riconoscimento all’Onu come Stato indipendente, nel Paese in questione “una squadra” gioca per la pace. Karam è un calciatore professionista che incontra la donna dei suoi sogni e si innamora perdutamente. Ma se state cercando il suo nome tra i nuovi acquisti del calciomercato e la foto della sua amata in qualche rivista di gossip, state perdendo il vostro tempo. Karam non esiste. O meglio, nel mondo e nel “suo” Paese – la Palestina – ne esistono centinaia, migliaia. Perché Karam – così come tutti i suoi compagni di squadra – è un simbolo che racchiude in sé le ansie, le passioni e le difficoltà di un’intera categoria di giovani costretti a vivere quotidiane esperienze di ingiustizia, oppressione, conflitto.

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