“Il dramma degli italiani è l’indifferenza. Contro il silenzio e il buio del cervello bisogna urlare!”. Questo è il credo di un uomo che ha scelto di dedicare la sua vita alla difesa dei poveri e degli emarginati. Un uomo fiero, dalla solidità morale disarmante e con un obiettivo ben chiaro in mente: scuotere le coscienze.
Parliamo di Don Andrea Gallo, che oggi, a 83 anni, lo ritroviamo protagonista di una pièce teatrale nella quale legge e interpreta gli scritti di Girolamo Savonarola, frate domenicano impiccato e bruciato sul rogo come eretico.
Da 52 anni sacerdote e fondatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova, Don Gallo non smette di stupire. Famoso per le sue invettive contro il degrado della società e della sua stessa Chiesa, non poteva pensare ad attore migliore il regista Stefano Massini per mettere in scena Io non taccio , titolo di questo j’accuse teatrale che prende vita dal pensiero di un Savonarola più attuale che mai. Grazie all’entusiasmo e all’animo combattivo di Don Gallo, riscopriamo nelle invettive e nelle battaglie del frate domenicano verità imprescindibili e, a tratti, inquietanti.
Una su tutte: cinquecento anni di storia non hanno cambiato l’Italia perché il suo popolo ha rifiutato di evolversi e di lottare per il bene comune. Lo dimostra questo passo del Savonarola e momento cruciale dello spettacolo:
La vacca Italia
La vacca italiana è tanto ingorda da essere ormai moribonda,
strafatta di vizi, di lussuria, di falsità, di guadagni,
vuole solo arricchirsi, strafare, ingrassare,
non le importa niente del suo popolo
e al suo popolo niente importa di lei,
si ignorano a vicenda,
si rovinano a vicenda,
i potenti rovinano il popolo che li imita,
il popolo rovina i potenti accettandoli,
giorno dopo giorno, senza cacciarli nell’infamia,
senza rivoltarsi al peggio,
senza mai il minimo scatto d’orgoglio.
Povera terra l’Italia,
terra senza orizzonte,
destinata ad affondare nel suo stesso letame,
a schiattare facendo baldoria
perché l’Italia ama solo la festa, l’orgia, il baccanale,
dove tutto è lecito e nulla proibito,
dove la legge non esiste,
dove Gesù Cristo è solo una scultura in croce,
dove ai bambini si insegna la furbizia,
ai vecchi a prolungare il coito,
alle donne la carriera delle meretrici,
agli umili che l’umiltà è una disgrazia
e ai ladri che il furto è sacrosanto.
Un pugno allo stomaco. Nel 1498 Savonarola, per questo, verrà arso al rogo “come eretico, scismatico e per aver predicato cose nuove”.
Nel 2011 Don Gallo non si arrende e punta nuovamente il dito contro l’Italia della bruttura politica e della corruzione morale.
Usciamo da teatro a orecchie basse, in imbarazzo, come fossimo stati appena colti a rubare. E viene da chiedersi, cosa possiamo fare per essere meno colpevoli?
Info: www.promomusic.it
Prossime date: 29 marzo Teatro Sashall – Firenze
5 aprile Teatro delle Celebrazioni di Bologna
don gallo….il mio pensiero felice che mi ha portato a …ESSERE!!grazie don!