E’ passato quasi un mese dalle rivelazioni di The Guardian e di Al Jazeera sui “Palestine Papers” relativi al processo di pace in Palestina, eppure, mentre i giornalisti inglesi e arabi erano impegnati ad analizzarli e a diffonderli al mondo intero, la notizia in Italia è passata in secondo piano.
LA MIA VERITÀ – Perché un processo di pace che dura da oltre vent’anni e che forse – grazie a certe rivelazioni – potrebbe arrivare ad una fine, non ha trovato in Italia uno spazio più adeguato?
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A parte brevi articoli – dove i “Palestine Papers” sono stati definiti la “Wikileaks della Palestina” – tra il 23 (la data in cui The Guardian ha pubblicato i primi documenti) e il 26 di gennaio, la stampa italiana, ad esclusione di alcuni blog e agenzie specializzate, non ha dato molto rilievo a questa notizia.
In Gran Bretagna, invece, Ian Black e Seumas Milne hanno cercato di spiegare ai lettori il contenuto di 1600 documenti segreti – ottenuti da Al Jazeera – sulle trattative private in questi ultimi due anni tra negoziatori palestinesi e autorità israeliane.
Il quotidiano inglese ha dedicato una sezione intera ai “Palesatine Papers”, proponendo ai lettori storie diverse ogni giorno. Sono stati riportati articoli sui rifugiati palestinesi e il diritto al ritorno in Israele ; sulla proposta del Governo israeliano di trasferire i cittadini arabi che vivono in Israele in un futuro Stato palestinese; sulla collaborazione tra l’Autorità nazionale palestinese (Anp) e le forze militari e di intelligence israeliane presenti nei Territori Occupati; sul coinvolgimento di ufficiali britannici in piani segreti volti a distruggere il potere di Hamas; sulla spartizione di Gerusalemme e degli insediamenti nei Territori Occupati; sull’atteggiamento passivo degli Stati Uniti nei confronti della questione palestinese e molti altri report ancora.
Gli utenti di The Guardian non sono stati solo a leggere, ma hanno partecipato attivamente all’iniziativa del quotidiano commentando molte storie.
Che siano state rivelazioni o meno, questi documenti hanno – direttamente o indirettamente – segnato non solo Israele e Palestina, ma anche tutti i Paesi coinvolti. I “Palestine Papers” stanno dunque cambiando gli equilibri internazionali oltre a quelli dell’area mediorientale.
Perché la stampa italiana ha scelto di non dare tanto peso a questa notizia? E’ vero che le rivolte in Tunisia ed in Egitto avevano la priorità, ma di cambiamenti nel mondo arabo stiamo pur sempre parlando.