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DESIGN/ Creatività “sociale” per cambiare il sud del mondo

Sono già impegnati nel mondo della cooperazione internazionale e del commercio equo solidale, sono sette creativi che lavorano per migliorare la qualità della vita di alcune comunità nel sud del mondo. Vogliono mettere la cultura del design al servizio dello sviluppo dell’artigianato locale e per raggiungere questo obiettivo hanno fondato l’Associazione Designers Senza Frontiere (DSF).

LA MIA VERITÀ – Progetti interessanti e obiettivi generosi. Ascoltiamoli e aiutiamoli!

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I prodotti fabbricati con materiali naturali (tra cui fibra vegetale, legno e materiali di recupero) in alcune comunità del Mozambico, Algeria, Guinea, Benin, Ruanda e Filippine sono il risultato di una stretta collaborazione tra i designer DSF e artigiani, associazioni e microimprese locali. Le attività di DSF mirano a sostenere i produttori svantaggiati e a generare maggiore valore economico, sociale ed ambientale, senza, però, perdere di vista le reali condizioni dei mercati e le esigenze dei produttori.

La qualità della vita delle comunità interessate è cambiata dopo l’intervento dei designer DSF, che hanno organizzato in loco corsi di formazione e di promozione del prodotto.

Sono ancora molte le idee dei creativi DSF per cambiare il sud del mondo e il futuro di queste comunità. Tutte chiedono ascolto e aiuti per poter essere realizzate concretamente. Un esempio è Design “altro”per i sud del mondo, proposte firmate DSF – in collaborazione con giovani laureandi in Design Industriale dell’Università di Genova – e presentate al FuoriSalone 2011 in occasione della settimana milanese dedicata al design, all’interno del progetto Refile.

Tra le idee, la progettazione di una linea di arredamento realizzabile in Banglsdesh coinvolgendo artigiani locali; arredi per le favelas brasiliane; sedie a rotelle a basso costo rivolte alle vittime delle mine antiuomo (di Cambogia, Afghanistan, Angola,..), realizzate con tecniche produttive locali in materiali naturali e con ruote di biciclette; e rifugi a costo zero – costruiti con sacchetti di plastica di recupero – per la popolazione della Repubblica del Benin, che non possiede una dimora dove ripararsi o uno spazio dove svolgere un’attività lavorativa.

La creatività diventa quindi sociale e la volontà del designer – che permette il progresso sostenibile e duraturo nello sviluppo delle comunità artigiane – di avvicinare due mondi, valorizzandoli entrambi, dovrebbe essere premiata.

 

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