Il ricordo di Folco Quilici (ritratto di Azzurra Immediato)


“Il mio mare preferito è sempre di più il Mediterraneo. Nessun mare al mondo offre la varietà di spunti di mare e uomo che offre il Mediterraneo. Nessun mare ha avuto la fioritura di civiltà che hanno lasciato il segno in un mare come il Mediterraneo.” Folco Quilici, 24 febbraio 2018.

Scrittore, naturalista e divulgatore, uno dei più influenti pensatori al mondo (come riconobbe Forbes nel 2006) in tema di ambiente e culture, Folco Quilici è noto per i suoi film dedicati al rapporto tra uomo e mare. Nel 1971 uno dei suoi documentari della serie L’Italia vista dal cielo “Toscana” ha avuto la candidatura agli Oscar, e con “Oceano” si era aggiudicato il Davide di Donatello.

Abbiamo chiesto alla critica d’arte Azzurra Immediato di fare di lui un piccolo ritratto.
“La scomparsa di Folco Quilici, mi ha letteralmente colta come uno schiaffo in faccia. Sapevo che Quilici non era in salute da tempo, però, si spera sempre che le persone che, anche indirettamente, hanno fatto parte del tuo passato e della tua infanzia, in qualche modo, come eroi, superino tutto e continuino a restare in vita, non solo nel ricordo.

La frase che ho scelto ad introdurre il mio ricordo, racchiudono, per me, parte integrante di tutto il suo modo di osservare il mondo, tanto quello vicino, il “Mare Nostrum”, quanto quello lontanissimo. Lui, che ha conosciuto i fatti d’Africa attraverso il doloroso ricordo della moglie Anna Azan – figlia di coloni italiani in Somalia, il cui padre è stato ucciso dalle tribù nomadi assoldate dagli Inglesi alla fine degli anni ’40 – ha sempre osservato la Natura come ospite privilegiato, in punta di piedi e con la meraviglia per il tutto.

Mio babbo mi ha insegnato ad amare Folco Quilici: da appassionato della documentaristica, non perdeva i suoi speciali alla Rai o, da abbonato a Bell’Italia, Bell’Europa e riviste similari, i suoi servizi meravigliosi , nonché le videocassette.

Quilici ha saputo offrire uno sguardo che, seppur prendeva avvio dal reportage, in realtà era in grado di assuefarsi alla poesia del sentimento, all’osservazione lirica ma puntuale sui luoghi e sulle persone che questi abitavano.

Poi l’avvento dei canali dedicati ed il suo invecchiare lo hanno messo un po’ in disparte al grande pubblico, tuttavia, senza mai scalfirne la lungimiranza. Accanto al suo lavoro, alla sua fotografia, alla sua scrittura e ad i suoi viaggi, sempre vivo è stato l’interesse per la salvaguardia della natura primigenia, molte le battaglie che ha combattuto in proposito, con coraggio e senza mai arrendersi.

Dal suo spirito è stato animato anche mio cugino a Napoli, che ha fondato un po’ per gioco l’associazione Fondalicampania, volta al salvataggio del litorale campano. C’è la necessità, l’obbligo etico e morale di considerare la Terra un luogo straordinario che abbiamo la fortuna di abitare per un po’ di tempo, e non altro.

Consiglio di ascoltare le parole di Quilici in alcune interessanti interviste e in libreria (“La dogana del vento” o gli scritti sul “mare“…).

Nella seconda metà degli anni Sessanta, a Quilici viene affidata la realizzazione di una serie di docufilm detti “L’Italia vista dal cielo” (ripreso qualche anno fa da Sky e da DOVETV ) che fu rivoluzionaria come idea. Naturalmente, tutto va contestualizzato, oggi siamo abituati alle immagini full hd, a quelle dei droni eccetera; all’epoca erano riprese cinescope technicolor, il massimo della tecnologia. Quilici e sua moglie produssero, però, qualcosa di epocale – che poi divenne anche una serie di volumi editi – ed in quello straordinario viaggio, furono accompagnati dai letterati ed amici intellettuali coevi, tra cui Italo Calvino, ad esempio. Abbiamo scelto di mostrarvi il video sulla Liguria.

Azzurra Immediato è critica d’arte e speaker radiofonica.

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