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Le sukkah per festeggiare Sukkot. Una capanna a Milano

Chi di voi in questi giorni è capitato in Piazza Castello a Milano non avrà potuto fare a meno di notare un’insolita costruzione: la sukkah, una tradizionale capanna ebraica esposta in occasione della festività di Sukkot. Dal 14 di ottobre, infatti, tutti gli ebrei del mondo si riuniscono per partecipare alla Festa delle capanne, un modo per onorare le protettrici ananei ha kavod (nuvole della gloria) che circondarono il popolo ebraico nel suo peregrinare per 40 anni nel deserto, nel lungo viaggio verso la Terra Promessa.

La festa viene celebrata attraverso la costruzione di capanne. A dimostrazione dell’alto valore simbolico e religioso della ricorrenza, i membri della comunità scelgono di vivere 8 giorni al loro interno.

Per ovviare alla difficoltà di costruirne una sul balcone di casa (ormai una consuetudine in Israele), le sukkah vengono realizzate in vari punti della città. A Milano, per esempio, ce ne sono tre: nella sinagoga centrale in Via Guastalla, nella scuola ebraica in Via Sally Mayer e in Piazza Castello. Siamo andati a visitare proprio quest’ultima il 16 ottobre scorso, durante l’inaugurazione organizzata dal tempio di Naar Israel, e ne abbiamo approfittato per parlare di questa festività con il Rabbino Michael Elmaleh.

A lui abbiamo chiesto di spiegarci il significato religioso delle ananei ha kavod: “Le nuvole della gloria sono state mandate da Dio per proteggere gli ebrei durante l’attraversata nel deserto: in alto dal sole, di lato dal vento e in basso per livellare il terreno”, ci ha detto. Poi, con tono scherzoso, ha aggiunto: “Ma le ananei ha kavod servivano anche da “lavasciuga”!”. Infatti, durante l’attraversata, grazie a queste nuvole gli indumenti si lavavano e asciugavano direttamente addosso.

Siamo entrati all’interno della capanna e abbiamo assaggiato i piatti tradizionali della cultura ebraica, tra cui tahina  e hummus. Solo lì ci siamo accorti che a condividere questa giornata di balli e canti tradizionali non erano solo ebrei, ma anche turisti e visitatori di nazionalità e religione differenti, attratti certamente dalla capanna, ma soprattutto aperti alla conoscenza. D’altronde, una capanna di legno accanto allo storico Castello Sforzesco è sì un accostamento insolito, ma anche un’immagine simbolica di apertura.

 

 

 

 

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Naar Israel
10 anni fa

Avete fatto un bellissimo reportage ….
Naar Israel tutta ringrazia sentitamente Independent News e il suo staff