di Noha M.
Testimonianza di una lettrice di Independnews
La sera di sabato 21 gennaio sono andata al Bladna Festival. E a Milano era come stare in Medio Oriente! Il Bladna Mobile, primo operatore mobile arabo in Italia, ha dato vita ad un evento artistico che ha aperto un’interessante finestra sulla cultura araba e le sue contaminazioni nel bacino del Mediterraneo.
Il Festival, una novità assoluta per il nostro Paese, ha animato il Forum di Assago per tutta la serata. Tra gli artisti saliti sul palco c’erano anche il cantante marocchino Nour Eddine e il rapper Amir, italiano di origine egiziana e autore della colonna sonora del film di Francesco Bruni Scialla.
Ma l’ospite che più ha infiammato gli animi è stata la canatante libanese Nancy Ajram, idolo dei giovanissimi, sex symbol dagli occhi blu e dal sorriso e voce ammalianti e, soprattutto, artista da grandi record, come testimonia la freschissima vittoria del suo secondo World Music Award per le vendite raggiunte dall’ultimo album 7. Per la prima volta in Italia, Ajram ha fatto la gioia dei più giovani tra la comunità araba milanese, che conta, solo per citare le nazionalità più nutrite, circa 26 mila residenti egiziani e 7 mila marocchini.
La giovane artista ha offerto agli italiani anche la possibilità di scoprire dal vivo il fenomeno del pop arabo, rigorosamente cantato in dialetto egiziano, con testi e videoclip iper romantici. A testimonoare la sua popolarità sono anche i 23 milioni di persone che su YouTube hanno guardato uno dei suoi ultimi videoclip, Fi Hagat, grazie al quale è stata scelta come testimonial dalla Coca Cola e dall’Unicef.
Con mia grande sorpresa Nancy Ajram ha colpito anche me, spettatrice di origine libanese nata e cresciuta a Milano. Se penso che questa cantante ha 28 anni come me e che ha saputo costruire fin da bambina (vincendo premi e riconoscimenti già a 12 anni in un programma tv libanese) una carriera che l’ha fatta entrare ben presto nell’olimpo delle star mediorientali – tra nomi come quelli di Elissa, Amr Diab, Haifa Wehbe o del turco Tarkan -, provo ammirazione ed un pizzico d’invidia.
Serate come queste dovrebbero essere più pubblicizzate. La musica è da sempre lo specchio della società!