E va bene la condivisione, e va bene l’harem. Ma quando è troppo, è troppo. Gloria non può capacitarsi, adesso, in questo preciso istante, come sia stato possibile. Come sia potuta accadere una cosa simile.
Hassan, tutto azzimato, con l’occhietto vispo (un teleobiettivo naturale), siede di fronte a lei. Ha l’aria compita. L’effetto del suo atteggiarsi è abbastanza ridicolo su quella faccia da schiaffi. Accanto a lui la mamma, la dolce Asmaa, sorride amabile agli ospiti. Anzi, alle ospiti. Gloria continua a guardarla e si chiede come Asmaa possa sopportare questa serata conviviale così avvelenata.
Sì, perché di fronte ad Asmaa, accanto a Gloria, è seduta la vecchia fiamma di Omar. L’ex fidanzata o ex amante, chiamatela come volete. Comunque sia, la donna che è stata amata da Omar prima di Gloria. Quella che “rischiava” di essere scelta come seconda moglie ma che ha perso la partita. Si chiama Amina, ha 25 anni, il tacco a rocchetto e una borsa Gucci al braccio. Segni particolari: insopportabile. Almeno per Gloria.
Amina è entrata in casa squittendo e trascinandosi dietro la povera mamma, appena arrivata dalla Giordania per stare insieme alla figliola. La mamma, che adesso siede a capotavola, non ha nulla a che vedere con certe donne arabe, madri di fanciulle tanto garrule e vuote. Non un filo di trucco, non un gioiello fuori posto. La madre di Amina, Farah, è stata catapultata lì dalla figlia, a seguito di un invito gentile di Asmaa. Ma non aveva molta voglia di andare. L’idea di mettere piede nella casa che aveva rifiutato la figlia come seconda sposa le faceva rivoltare lo stomaco. Ma è una di quelle donne forti che hanno badilate di dignità da vendere. Nei suoi occhi severi, Gloria, adesso, legge un sentimento di distacco e misura che domina su tutto e domina tutti. Anche la figlia.
Amina conosce già Gloria. Le aveva chiesto l’amicizia su facebook, provocando l’ira di Omar che non sopporta che le sue ex (esclusa la moglie) diventino amiche della prescelta in carica. Allora Gloria non capiva questi intrighi. Si sentì trasecolare quando Omar, un giorno, l’accusò di essere una ficcanaso. Vai a spiegargli che era stata lei, la frivola ragazza giordana, a volersi impicciare a tutti i costi della loro storia d’amore. Ma fino a quel momento, Gloria non aveva provato fastidio per lei. Piuttosto, tenerezza, quando aveva capito che Amina, data anche la sua giovane età, aveva subito una cocente delusione da Omar.
Oggi, no. Altro che tenerezza. Amina, seduta in tavola, raccontava di quella volta in cui aveva viaggiato con una compagnia aerea italiana, di quanto fossero prestanti gli uomini spagnoli (“handsome, handsome!”), di quanto era bella Venezia (“what romance!”), di quanto ricco fosse il figlio di tale emiro, di quanti soldi ci volessero per andare in luna di miele alle Maldive e via cantando.
Gloria l’avrebbe strangolata, come si fa con i polli pacioccosi e molesti. Tanto più che mentre parlava, la madre di lei assumeva un atteggiamento di finta impassibilità, Asmaa non ce la faceva a reggere quei toni da Sex and the City e il ragazzino lanciava lampi di compiacimento sulla tavola, guardando a giro tutte queste donne e facendo per bene le veci del suo modello, il “sultano” Omar.
Omar: l’innominato, il convitato di pietra della cena. Omar, il folle stratega del cuore! Non c’è da stupirsi nemmeno di tutto questo. Nemmeno venendo a sapere – alla fine del pasto surreale che aveva messo insieme tutte queste donne, accomunate da vari gradi di dipendenza dal “tremendo” Omar – quello che Gloria si era sentita rispondere da Asmaa. Come mai l’hai invitata? Asmaa stava infilando i piatti dentro la lavastoviglie. Come fosse la cosa più naturale del mondo, voltandosi con un sorriso: “Me l’ha imposto Omar e io ho obbedito”.