Dopo aver aperto le loro frontiere agli immigrati, Svezia e Germania mostrano ora un volto meno amichevole, come dimostra il crescente numero di attacchi contro i centri di accoglienza. E in Polonia, un ex primo ministro li ha accusati apertamente della diffusione del colera e della dissenteria.
Il tempo di accogliere a braccia aperte è finito. In diversi Paesi europei, l’arrivo dei profughi ha suscitato sentimenti nazionalisti – primo in Germania, principale Paese ospitante. La Süddeutsche Zeitung (SZ) ha scritto che le autorità si attendono un aumento della violenza contro i migranti. Mentre più di 500 attacchi sono stati registrati quest’anno contro i rifugiati, “si prevede che l’estrema destra accentui la sua agitazione ‘contro la politica in materia di asilo“, riferisce SZ, citando l’Ufficio Federale di polizia criminale (BKA).
“Lo spettro dell’estremismo di destra, di solito eterogeneo, qui trova un consenso ideologico“, ha dichiarato lo BKA, prima ancora del tentativo di omicidio nei confronti del candidato a sindaco di Colonia lo scorso 17 ottobre da parte di un uomo che ha rivendicato il suo gesto come ostilità alla politica di accoglienza.
I social network come terreno della xenofobia
Il saggista e blogger Sascha Lobo ha puntato il dito contro i social network e internet, perché terreni fertili per le idee xenofobe. In un articolo pubblicato da Der Spiegel, mette in luce soprattutto le carenze di Facebook per la censura di commenti incitanti all’odio.
Egli traccia un parallelo tra la mobilitazione sui social network durante la “primavera araba” e quella che attualmente si osserva in Germania: “Una primavera oscura minaccia, una primavera tedesca violenta, alimentata e incoraggiata dalle opinioni pubblicate sui social network “.
Per capire cosa succede anche in Svezia, continua a leggere qui (Courrier International)