Nuova serie. Natale con i tuoi

Il Diario di AzizaProbabilmente non fa piacere sentirselo dire, ma il Natale è un vero e proprio problema nelle famiglie miste.

La festività più celebrata dell’anno in Occidente tra i cristiani e anche tra coloro che non credono, ma ricca di tradizione anche pagana, dall’allestimento dell’albero allo scambio dei doni, può generare incomprensioni culturali, soprattutto al desco e la notte di Natale.

Il problema è chiaro appena lo affronti in profondità. Per i musulmani il Natale è una celebrazione al limite con la blasfemia: si celebra la nascita di Cristo, il figlio di Dio. Come si fa a condividere il desco con persone che celebrano la nascita di una delle tre persone della Trinità? Ergo, da qui il problema che porta inevitabilmente a frizioni oppure a soluzioni alternative per il giorno di Natale, specie se c’è una moglie cristiana, specie se c’è un invito dai suoceri.

Come fare per un credente nell’islam a non contravvenire ai propri principi ma, allo stesso tempo, ad essere gentili e amorevoli nei confronti dei genitori di lei, che sono splendide persone, considerano il Natale il momento più bello dell’anno e non vedono l’ora di avere a casa il genero? Un rifiuto netto non sarebbe gentile e li indisporrebbe nei confronti del genero. Tuttavia, come fare a spiegare a un cristiano la problematica? Nel cristianesimo non esiste limite all’accoglienza al desco di credenti in altre fedi o di laici e atei. Si condivide nell’agape e via andare.

Marika, sposata da anni con un marocchino molto osservante, mi fa notare la geniale soluzione approntata dal marito per risolvere il caso ogni anno. I due ogni volta si recano a casa dei genitori di lei e lui partecipa alla giornata di Natale a due condizioni. La prima: non condividere il desco della celebrazione digiunando (è davvero un uomo coraggioso, ndr); la seconda: non accettare né scambiare regali. Però decide sempre di esserci, sedersi al tavolo e passare delle ore serene con i suoceri perché li ama. Dal canto loro, i suoceri si son fatti spiegare il perché il genero abbia queste resistenze giusto con il pranzo di Natale, giusto una volta l’anno, e hanno deciso di assecondare il genero a queste due condizioni. La prima: prima di pranzo si prega tutti con il Padre Nostro che non genera problematiche teologiche; la seconda; il regalo per il genero c’è, ma verrà consegnato tra qualche giorno.

Il quadretto familiare così delicatamente composto in equilibrio sul fil di lana, spiega anche perché Fatima, musulmana di seconda generazione in Italia, sia abbastanza inorridita dalle esternazioni di Shaima, anche lei una G2 ma con altro vissuto e comportamento. In un famoso blog italiano, recentemente, Shaima ha dichiarato che non è un problema realizzare in casa albero e presepe e che fare gli auguri per Natale o scambiarsi i doni con gli amici è cosa lecita per i musulmani. Fatima non è d’accordo e con lei molti altri giovani di seconda generazione che non vogliono sentirsi obbligati a conformarsi alla maggioranza. E, come era inevitabile, si sono aperte lunghe discussioni sull’appartenenza identitaria e sulla necessità ad aprirsi a una società mista e religiosamente plurale. Marika e suo marito hanno trovato la soluzione che salva capra e cavoli in modo halal. E così, il Natale con i tuoi è diventato mission possibile.

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