Mentre a Tunisi le proteste non si placano ed è stato nuovamente imposto il coprifuoco, più a sud, nella città di Douz, c ‘è un’atmosfera effervescente, soprattutto intorno al Caffè Al-Wafa (la fedeltà), punto d’incontro degli intellettuali.
Muhammed è lì per rivedere i suoi vecchi amici. Da qualche giorno, in vista della scelta del nuovo sindaco della città, la Commissione per la Protezione della Rivoluzione (CPPR) esamina il curriculum dei nuovi candidati. Ma non tutti hanno i requisiti necessari per essere eletti e molti vengono scartati.
Tra questi c’è anche l’ultimo primo cittadino, il Professore Bahuss, che aveva ricevuto l’incarico solo a luglio scorso. E’ stato allontanato perché in passato aveva fatto parte del Raggruppamento Costituzionale e Democratico di Ben Ali (RCD), ritenuto da molti un organo di corrotti e delinquenti.
Le dimissioni di Bahuss sono state inevitabili, nonostante il buon lavoro svolto in pochi mesi e la la solidarietà da parte di molti cittadini, tra cui gli impiegati del Comune, che lo hanno sostenuto fino all’ultimo, improvvisando uno sciopero di tre giorni. Nessuno può dunque rimproverare Bahuss di aver fatto qualche cosa di sbagliato per la sua città. L’unica pecca è il suo passato, a conferma che in Tunisia niente di ciò che era può restare. Il cambiamento è un’esigenza non solo di questa città, ma di tutto il Paese.
“Chi sarà dunque il nuovo sindaco di Douz?”, si domandano gli amici di Muhammed mentre sorseggiano un tè alla menta. “La prima condizione imposta dalla CPPR è che sia un uomo che abbia una buona reputazione, conosciuto e rispettato dal tutti” dice un amico. “Infatti! Il secondo requisito è che sia uno di Douz, che abbia partecipato alla Rivoluzione“, replica l’altro. “Dovrà inoltre rispettare una terza condizione – afferma Muhammed – nessun legame con RCD di Ben Ali o siamo punto e accapo!”.
Al Caffè Al-Wafa arrivano altri amici, che si uniscono alla conversazione. “Avete visto quanti partiti politici nuovi abbiamo?” chiede uno di loro. “Sì. Sono veramente tanti” risponde l’altro. “In questa fase, la molteplicità di partiti è molto positiva” afferma Muhammed. “Ciascuno trova il proprio spazio per esprimersi! Come avviene in Italia! – dice con un sorriso ricordando la sua vita in ‘Occidente’ – o come è accaduto in Spagna dopo Franco: dei 250 partiti che si sono presentati ne sono entrati solo sei o sette in Parlamento”.
Gli amici continuano il dialogo senza il timore di essere ascoltati. Non sono passati molti mesi dai giorni della Rivoluzione, eppure molte cose sono cambiate, anche in un caffè. E’ strano poter parlare liberamente di politica, usare un tono di voce normale e fissare il proprio interlocutore senza girare lo sguardo altrove, alla ricerca di possibili informatori da temere.
Anche la polizia sembra non esserci più. Dopo la Rivoluzione sono rimasti solo i poliziotti di Douz, che girano con discrezione senza divisa. La città ha trovato una propria autonomia e si autogestisce, la gente sembra essere veramente contenta.
Douz Est, Douz Ovest, Laouina Nord e Laouina Sud sono le quattro zone di Douz. Ogni 5 anni ciascuna di esse deve indicare un candidato sindaco. All’epoca di Ben Ali i candidati dovevano ‘necessariamente’ essere membri attivi del RCD.
Mentre Muhammed continua a parlare con gli amici, al Caffè Al-Wafa entra un uomo con lo sguardo cupo e visibilmente amareggiato. “E’ il Maestro Belgacem” dice l’amico Mohsen. “La Commissione di Laouina Sud lo aveva nominato per sostituire Bahuss, ma la CPPR cittadina ha respinto la sua candidatura perché sembra che nel 1992 abbia aderito al RCD, nonostante sia poi stato cacciato. D’altronde il passato non si può cancellare!”. Poi Mohsen continua: “Il Maestro Belgacem ne è uscito comunque a testa alta: ha riconosciuto di non avere i requisiti necessari e ha detto che Douz è più grande di lui e merita un sindaco che risponda a tutte e tre le condizioni stabilite. Ha chiesto poi alla Commissione della sua zona di indicare un nuovo candidato”.
Dopo lunghi giorni di discussione, la CPPR nomina il Professore Moncef sindaco di Douz, un sindacalista apprezzato che ha tutti i requisiti per diventare primo cittadino. Poco si potrà fare prima dell’entrata in vigore della nuova Costituzione e prima delle elezioni presidenziali previste il prossimo luglio, ma la nomina è già un passo in avanti, un messaggio importante: gli attori del passato non sono più graditi. E dunque sono ora alte le aspettative e tanta è speranza di andare nella giusta direzione.
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