Le manifestazioni contro il costo della vita, che periodicamente scuotono le città della Cisgiordania, confermano che i territori dell’Autorità palestinese attraversano una grave crisi economica. E’ quanto denuncia Le Monde in un articolo del 26 novembre.
Nonostante la forte crescita (circa il 10% l’anno), la disoccupazione supera il 20% e il prezzo di materie prime vola. In effetti, il dato sulla crescita è indicativo di una economia che parte da un livello molto basso.
Nonostante l’allentamento delle restrizioni israeliane alla libertà di movimento, l’economia palestinese non ha sperimentato un reale avvio dell’economia. La frammentazione del suo territorio, la perdita della terra e delle sue risorse naturali sono i fattori che ostacolano le prospettive di sviluppo a lungo termine.
La crescita palestinese è sostenuta dalla generosità della comunità internazionale, piuttosto che dal settore privato, e risulta molto complicato compensare la deindustrializzazione latente.
La sottoccupazione è cronica, la povertà e insicurezza alimentare, in particolare a Gaza, sono allarmanti. Le prospettive di sviluppo a medio termine sono offuscate dalla alta dipendenza commerciale nei confronti di Israele e dall’isolamento dai mercati mondiali.
La fragilità dell’economia palestinese è particolarmente aggravata dal ritardo dell’industrializzazione. Questo handicap è il risultato del concorso di vari fattori: mancanza di mercati esterni, infrastrutture inadeguate e restrizioni imposte dal governo israeliano per la libera circolazione delle merci tra i territori palestinesi e gli Stati confinanti: Israele, Giordania ed Egitto.
Tuttavia, i territori palestinesi hanno molti vantaggi che dovrebbero condurli ad un decollo economico: una forza lavoro qualificata, un settore privato dinamico, un forte potenziale turistico.
Gli aiuti internazionali, tra i più generosi al mondo, consentiranno lo sviluppo di tali attività. Per quanto riguarda l’assistenza di organizzazioni internazionali, sarà fondamentale per aiutare i governi e il settore privato a soddisfare le esigenze dell’economia nazionale e delle comunità locali.