Ci hanno voluto spaventare.
Ci hanno voluto privare della nostra libertà e della nostra voglia di vivere.
Ci hanno regalato un Natale anomalo, un “Natale armato”.
L’atmosfera che si respira a Parigi dopo gli attacchi terroristici del 13 novembre scorso, è quella di una città che si prepara a festeggiare l’anno nuovo con una forte dose di razionalità e consapevolezza, ma anche con altrettanta fermezza.
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Dopo il 13 novembre, il settore più colpito è stato quello turistico, con un calo delle prenotazioni del 15-30% rispetto allo stesso periodo del 2014. Abbiamo appreso dallo studio della società ForwardKeys, pubblicato il 24 novembre scorso, che gli acquisti di biglietti aerei verso Parigi, rispetto alla stessa settimana di un anno fa, sono scesi del 27% tra il 14 e il 21 novembre. Ci hanno detto che gli alberghi di lusso hanno visto un calo di presenze del 25% e che si prospetta una riduzione del 50% del volume d’affari fino alla fine dell’anno. Numeri poco incoraggianti anche per il periodo tra Natale e Capodanno, con prenotazioni inferiori del 13% rispetto al 2014. Teatri, cinema, negozi, musei, café e ristoranti sono stati desolati per lungo tempo.
Eppure, nonostante questi dati allarmanti, nonostante le sirene delle forze dell’ordine che rimbombano nelle strade della città, nonostante gli sguardi indagatori della gente, l’incertezza di un viaggio in un mezzo pubblico, di un caffè in un bistrot, di mettersi in coda davanti ad un museo o di assistere ad uno spettacolo a teatro, nonostante l’inevitabile paura che si cela dentro di noi, il Natale c’è e ci sarà a Parigi, anche se “armato”.
Buon Natale a tutti!