Pillole di saggezza popolare dal re dei falafel

Ho deposto le armi. Dopo anni di discussioni e competizioni culinarie, ho deciso di dichiararmi sconfitta. Mr. Bardugo e i suoi falafel hanno vinto.

“Voi europei, non capirete mai il mondo arabo – mi ha detto una volta. Per un piatto di pasta non andreste certamente al macello. Qui, invece, per una pita al giorno, ci si può fare ammazzare”.
Mr. Bardugo è un cuoco ebreo marocchino e guru di un piccolo fast food che serve bombe caloriche a qualunque ora. Ha sfamato più bocche lui della FAO. E’ convinto che gli uomini del Vicino e Medio Oriente non siano fatti di carne e ossa, ma di ceci, aglio, sesamo e limone.

E’ da anni che combatto con il famoso chiosco di Bardugo. Da quando vivo in Israele questo simpatico signore è riuscito a farmi imprecare più di una suocera yiddish. Non si contano infatti le volte che ho cucinato manicaretti a vuoto, con mio marito che, davanti alla tavola imbandita, mi diceva di non avere appetito. “Certo che non hai fame” – strillavo io. “Ti sei di nuovo strafogato da Bardugo!”. Ogni volta la stessa storia. Unica prova dei miei sospetti un seme di sesamo incastrato tra i denti nel suo sorriso fintamente innocente.

Il menù è rigorosamente a base di pita, il famoso pane arabo piatto e tondo che s’incide da un lato come fosse una tasca e si riempie – secondo i gusti – con polpette di ceci fritte, melanzane con tehina (una salsa di semi di sesamo) o cotolette di pollo, con aggiunta di humus, verdure e gli immancabili cetrioli sottaceto.

Per una novizia come me, mangiare un falafel senza sbrodolarsi è impossibile. Ancora oggi mi copro di macchie e di ridicolo quando ne addento uno. Ed ogni volta giuro che non lo mangerò mai più, perché nulla può superare per bontà e delicatezza la cucina italiana. Mio marito, ovviamente, la pensa diversamente. Non c’è, infatti, un tipo di pasta o piatto tradizionale dello stivale che sia riuscito a battere la sua primordiale voglia di falafel.

Oggi sono andata dal mio nemico gastronomico e ho sventolato un tovagliolo bianco. “Mr. Bardugo, hai vinto! – gli ho detto – Arabia-Italia, uno a zero”. Mio marito, incredulo, ha ordinato subito una pita con cotoletta. E mentre lui mangiava in estasi, io ho cercato di estrapolare pillole di saggezza popolare dal re dei falafel.

Intento a riempire la mia pita, Mr. Bardugo mi parla degli ultimi scontri al confine tra Siria e Israele, dove i dimostranti palestinesi che vivono in Siria sarebbero stati pagati dalle forze governative e insieme al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Comando Generale avrebbero reclutato i dimostranti per forzare il confine israeliano del Golan.

L’organizzazione PFLP-GC di Ahmed Jibril, vicina al presidente siriano Bashar al Assad, sapeva che i dimostranti sarebbero finiti sotto il fuoco israeliano e che i morti al confine avrebbero deviato l’attenzione dei media dalla ferocia assassina di Assad.

“Purtroppo – ha concluso Bardugo – in Medio Oriente non siamo uomini, ma pedine affamate tra le mani di bestie violente e ingorde”.

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