“Un vulcano chiamato Siria” è una panoramica sulla Siria di oggi e di ieri. Abdullah Alhallak, giornalista siriano e autore del volume, s’interroga sul futuro del proprio Paese e pone l’accento sull’importanza della democrazia per garantire una pace stabile e duratura. Lo abbiamo incontrato in occasione dell’uscita del libro.
Come era la Siria prima della “Primavera araba”?
Dopo la salita al potere di Bashar al-Assad, a luglio del 2000, tutti si aspettavano una trasformazione. Gli appelli e le richieste per il cambiamento democratico e il pluralismo politico cominciavano a levarsi sempre più forte all’interno del Paese. Bashar al-Assad promise che avrebbe varato delle riforme. Il 27 settembre 2000 gli intellettuali siriani pubblicarono il “Manifesto dei 99“, inaugurando la “Primavera di Damasco”. Il 9 agosto 2001 cominciarono, però, le retate di arresti contro gli attivisti e gli intellettuali della Primavera.
Bashar al-Assad era quindi determinato a mantenere il suo potere?