Puntualizzare delimitazioni geografiche sarebbe insensato, specialmente nei confronti della musica elettroacustica, che della musica tutta sublima anzi la qualità somma, esemplare e benedetta: l’assenza di confini, del concetto stesso di confini. “Le reazioni del pubblico alle composizioni di questo tipo”, riflette Adel Karanov, “sono legate ai diversi modi con cui le società si rapportano al nuovo. Ad esempio nei Paesi latino americani, di fronte a performance sconosciute gli spettatori paiono più che altro cercare occasioni e ragioni per gioirne; in molte parti d’Oriente, invece, reazione diffusa sembra una sorta di curiosità positiva, la consapevolezza di un’esperienza particolare e la voglia di farne tesoro”.
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WhereAreWeGoing/ Musica: verso talenti multiculturali? Intervista ad Adel Karanov
Roma – Plurilaureato in composizione (anche sperimentale), coreografia e danza, Adel Karanov compone musica per lo più legata all’espressione di emozioni e alla dinamica corporea. Suoi maestri ideale Shaeffer, Maderna, Ligeti e Stockhausen. Da sempre frequenta, utilizza e crea musica elettroacustica, ne conosce la storia e ne segue le evoluzioni.
Dove sta andando questa musica?