“Non una musica che accompagni la pittura, ma che da essa sia generata”, dice subito il pittore Attilio Taverna, raccontando dei software particolari che in questo periodo, a Padova – città pioniera per gli studi di elettroacustica – stanno sperimentando la trasposizione delle sue composizioni visive in speculari strutture sonore.
Comuni denominatori esistono, e importanti. Intanto, in questi quadri il particolare modo di articolare le sezioni spaziali, riprenderle, organizzarle in simmetrie e dissimmetrie richiama i principi strutturali e compositivi della musica.