Catalysis è il titolo della mostra di Sonja Quarone, inaugurata il 20 aprile, durante la Design Week di Milano, e aperta al pubblico sino al 20 maggio presso la Fabbrica Eos Gallery del capoluogo lombardo.
Tutto si racchiude in questo titolo, perché?
“Catalysis è il tempo della catalisi, cioè della trasformazione della resina da stato liquido a solido. Abbiamo deciso di chiamare così la mostra insieme al curatore Ivan Quaroni perché in inglese il significato del termine è proprio ‘il cambio di stato della resina da liquido a solido’. In greco antico, al contrario, catalysis significa scioglimento. E in una parola siamo riusciti a sintetizzare la mia idea e il mio lavoro”.
La resina è infatti il materiale d’elezione per quest’artista, che la utilizza nelle sue opere. Nei suoi lavori tutto è in divenire. La forma incarna lo spirito moderno sfuggente e inarrestabile, liquido.
Le sculture sono tutte su calchi originali; alcune anche in grandezza naturale come la mano del David, altre ridotte.
Poi si passa al lavoro con la resina. “Vengono poste su un marchingegno che ho fatto costruire apposta – ci racconta l’artista – perché ruotino. Attraverso questa rotazione, che ricorda quella delle lancette dell’orologio, la resina prende forme particolari in tempi molto lunghi. Il tempo è parte integrante dell’opera stessa, perché la mutazione, il cambiamento, avviene con il passare delle ore. Lavoro sulle colature”.
Le opere bidimensionali ricordano grossi nuvoloni pronti ad irrompere in temporali. Anche qui abbiamo sempre il tempo come riferimento, ma questa volta legato ai fenomeni naturali.
“Le colature – ci spiega Sonja Quarone – hanno strutture in ferro e vengono preparate e lavorate con diversi strati di resina, e con più colori, sovrapposti per dare il senso della profondità. È come se ci fosse sempre qualcos’altro da scoprire. L’opera non finisce sulla superficie, ma tende ad andare oltre. Dopodiché il mio lavoro si trasforma con gli interventi che apporto con le colature della resina stessa, che danno un senso di instabilità. Tutto si riconduce a questo, l’instabilità, che è il fil rouge del mio lavoro. Tutto ruota, quindi, intorno alla mutevolezza, che poi è quello che avviene anche in natura e che fa parte di ogni forma di vita.
La trasformazione, la capacità di adattamento … è questo il senso che vorrei trasmette nelle mie opere: avere davanti qualcosa che vibra e che cambia continuamente. Può essere così mentre lo guardi e cambiare un attimo dopo”.
Info: Catalysis di Sonja Quaro. Fabbrica Eos Gallery Viale Pasubio, Milano.