Esplosione demografica in India. E nel Mediterraneo, un bonus per affrontare il calo delle nascite

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India. Ph. Koushik Das

“La demografia è il nostro destino”, affermava il filosofo e sociologo francese Auguste Compte. Il dato demografico è infatti importante per definire la crescita economica di un Paese e la sua credibilità a livello internazionale. Maggiore è la popolazione di età lavorativa, maggiore è la forza lavoro.

Le stime di The World Factbook della CIA americana non sono state ancora aggiornate. Nella piattaforma che mette a confronto dati di tutti i Paesi del mondo – tra cui quello demografico – la Cina occupa ancora la prima posizione come Paese più popolato del globo quando invece non è più così.
Infatti, secondo il recentissimo rapporto The State of World Population dell’UNFPA (United Nations Population Fund), nel 2023 è l’India a superare la Cina e a posizionarsi al primo posto come nazione più popolosa del mondo. Entro la metà del 2023, avrà 2,9 miliardi di persone in più rispetto alla Cina (1,4286 miliardi di indiani contro 1,4257 miliardi di cinesi). E sarà solo l’inizio, visto che nel 2050 si arriverà fino a 1,668 miliardi di indiani contro 1,317 miliardi di cinesi. Nella penisola indiana questo dato ha creato ansia e preoccupazione, anche se dovrebbe essere considerato come segnale di progresso e crescita.

Il dato demografico porta una certa inquietudine anche nei Paesi dell’Europa mediterranea, tra cui l’Italia, dove di crescita però non se ne parla, visto che il forte calo demografico continua a confermarsi.

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Ph. Silvia Dogliani

Nel 2050, si stima che la popolazione complessiva dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo sarà oltre tre volte maggiore rispetto a cent’anni fa, fino a raggiungere 700 milioni di abitanti. Si tratterà di una crescita disomogenea che favorirà il versante meridionale (dall’Egitto al Marocco) ed orientale (dalla Turchia ad Israele).

Secondo i dati del World Population Prospects dell’Onu, i Paesi dell’Africa mediterranea, che arriveranno a 270 milioni di abitanti nel 2050, hanno tutti un tasso di fecondità (numero medio di figli per donna) che va da 2 a 5.

Tra i Paesi dell’Europa mediterranea, Spagna, Italia e Grecia hanno un tasso di fecondità inferiore sia alla media dei Paesi sviluppati, sia a quella europea.

In Italia, dove il saldo demografico è negativo dalla metà degli anni Novanta, il governo di Giorgia Meloni sta infatti puntando ad incentivare le famiglie a fare più figli. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgietti vuole introdurre una sorta di “bonus famiglia”, con detrazioni fiscali a sostegno di genitori con figli proprio per contrastare la denatalità. La misura è ancora in fase di studio.

La Francia è l’unico Paese dell’Europa mediterranea in cui si stima un aumento della popolazione da qui al 2050. Nonostante ci sia un calo delle nascite, il tasso di fertilità totale è il più alto di tutta Europa grazie alle politiche di sostegno attuate dal governo, che cercano di agevolare le nascite e fornire aiuti alle famiglie con figli (lavoro flessibile e part-time, aiuti economici, scuola a tempo pieno, lotta alla povertà famigliare, ..).

Da Est a Ovest i dati parlano chiaro: la demografia è il nostro destino!

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