Sabato 15 ottobre riapre La Casa delle Storie, rassegna di teatro per ragazzi in scena al Teatro Smeraldo di Milano. A distanza di sette mesi Independnews incontra Elisabetta Milani, ideatrice del progetto insieme a Giovanni Lucini, per parlare di teatro, di fiabe e del destino della società.
Domani La Casa delle Storie riapre i battenti e riparte con la prima delle quarantasette repliche che compongono la rassegna di quest’anno. Si può quindi dire che le fiabe resistono ai tagli?
Elisabetta Milani ride e, timidamente, ammette che “in effetti, la scorsa stagione è andata molto bene, soprattutto in termini di affluenza di pubblico. Gli ottimi risultati ci hanno quindi infuso la giusta dose di coraggio per affrontare questo nuovo anno, nonostante le evidenti difficoltà economiche. Domani si parte e il Teatro Smeraldo ci ospiterà fino a maggio 2012. Speriamo…”.
I vostri spettacoli fondano il loro successo su un elemento cardine: la partecipazione continua del pubblico. L’instaurarsi di un rapporto con gli spettatori così particolare, che cosa comporta?
In effetti, il rapporto che nasce è intenso. Attori e spettatori giocano allo stesso livello per riportare in vita la magia di fiabe spesso dimenticate. E’ un grande atto di fiducia e sensibilità, soprattutto da parte del pubblico adulto. Non è facile spogliarsi dei pregiudizi e abbandonarsi al gioco. Fortunatamente ci sono i bambini a prenderci per mano!
In un momento storico di sempre più frequenti critiche alla bruttura morale della società, lei parla di sensibilità. Riscoprire le fiabe ci può salvare?
Forse è proprio così! D’altra parte, abbiamo dalla nostra più di un secolo di psicologia…Carl Gustav Jung, Marie-Louise von Franz, Bruno Bettelheim, sono solo alcuni degli studiosi cui facciamo costante riferimento per dare ai nostri spettacoli un significato profondo. Per comodità le persone tendono a fermarsi in superficie, ma con questo atteggiamento non si va da nessuna parte. Chi entra nella Casa delle Storie l’ha capito bene, ancor prima di affrontare l’avventura. Questo, oltre a lusingarci, dimostra come in società non tutto sia da buttare. Dobbiamo “semplicemente” rispolverare le nostre emozioni e farne un uso finalmente corretto. Le fiabe sono il più antico e meraviglioso mezzo in nostro possesso, il loro posto non deve essere dentro bauli polverosi.