INDIA/ Holi, la forza del colore



Domina il bianco e nero in questi tempi di rivolte popolari e di crisi ambientali. In Medio Oriente il cielo è il protagonista: ad esso è rivolta l’attenzione internazionale. E’ cupo, perché ad illuminarlo non è il sole, ma una pioggia di missili e le esplosioni di razzi e pozzi petroliferi. La terra è sporca di morte e la gente grida per la paura e l’incertezza. In Giappone forse anche l’acqua e la neve sono diventate radioattive. Il mare nero si è portato via tutto, lasciando solo angoscia e disperazione. In questo mondo bianco e nero i colori sembrano non trovare più spazio.
In India, lontano dalle tragedie che leggiamo da settimane sui giornali, la gente rispetta le tradizioni e si lancia addosso il colore, che, secondo i principi della Medicina Ayurvedica, dona allegria ed euforia e fa bene all’anima. Quest’anno la Holi, la festa dei colori, cade il 19 marzo, il giorno di luna piena nel mese di Phalgun.

E’ uno degli eventi più antichi della mitologia indù e segna il passaggio dall’Inverno alla Primavera, la stagione del rinnovamento. Grandi roghi, in cui si brucia il fantoccio di Holika – sorella del re dei demoni – precedono la festa di Holi, che dura circa due giorni. All’alba le strade si riempiono di folla euforica che danza e canta tra nuvole di colori, elefanti, cammelli, mucche e turisti curiosi. Le polveri cromatiche, che si trovano in vendita in tutte le bancarelle, vengono lanciate sulla gente, come si fa con il riso per gli sposi o con i coriandoli durante il Carnevale. Qualcuno le mescola con l’acqua e poi spalma l’ipasto sul volto di amici o parenti.


La Holi ha origini molto antiche. Le prime testimonianze risalgono al 300 a.C. e sono state ritrovate a Ramgarh, nella provincia di Vindhya, incise su una pietra. Anche allora si festeggiava la rinascita, la fertilità, la vittoria del bene sul male
Seguendo i principi della Medicina Ayurvedica, vi proponiamo una gallery di colori, con l’augurio che anche chi, in queste settimane, ha perso la speranza possa ritrovare la gioia.

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