A Pietrasanta, nel Complesso di Sant’Agostino, si tiene fino al 12 settembre un nuovo mix tra cultura popolare e e cultura alta.
Si chiama “Italian Newbrow” ed è un progetto sviluppato da Ivan Quaroni a partire dalla partecipazione alla Biennale di Praga nel 2009, e curato, in questa nuova tappa, dallo stesso e da Valerio Dehò.
Sono esposti oltre sessanta lavori, tra cui opere su tela, carta e tavola e videoinstallazioni, a firma degli artisti Silvia Argiolas, Vanni Cuoghi, Paolo De Biasi, Fulvia Mendini, Laurina Paperina, Giuliano Sale e Giuseppe Veneziano.
Newbrow, come spiega l’ideatore, è un neologismo anglosassone che si frappone tra i termini lowbrow e highbrow, che stigmatizzano l’opposizione tra un’arte popolare e un’arte colta. Italian Newbrow non è dunque un linguaggio o una scuola di pensiero, ma piuttosto un’attitudine, un’inclinazione, che attinge simultaneamente ad una pluralità di fonti iconografiche, con riferimenti che includono sia allusioni alla cultura popolare (fumetto, illustrazione, cinema e cronaca) sia riferimenti alla cultura alta (storia dell’arte, letteratura, architettura e design).
Newbrow ha due anime: l’ala pop, comunicativa e narrativa, e quella formalista. La prima, dovrebbe essere quella che avvicina anche i non addetti ai lavori al mondo dell’arte, essa è rappresentata dagli artisti Laurina Paperina, Fulvia Mendini e Giuseppe Veneziano, che usano codici linguistici vicini al fumetto, all’illustrazione e al design per costruire un commentario sulla cultura globale contemporanea.
L’ala formalista, invece, rappresentata da Vanni Cuoghi, Paolo De Biasi, Giuliano Sale e Silvia Argiolas, è più attenta alla definizione di un linguaggio capace di combinare sperimentazione tecnica e ricerca concettuale.
In entrambe le anime la citazione, più o meno velata, alle iconografie della storia dell’arte, costituisce un elemento ricorrente di quel patrimonio iconografico italiano (ed europeo), che continua ad affiorare nei codici visivi della contemporaneità.
Ciascuno degli artisti presenti diventa così interprete a proprio modo di questa combinazione di cultura alta e bassa.
“Italian Newbrow non è mai stata un’entità stabile, né nella componente puramente numerica dei suoi membri, né, appunto, nelle grammatiche espressive“, scrive il curatore nel catalogo che accompagna la mostra. “D’altra parte, è un’entità figlia della società preconizzata da Bauman […] Italian Newbrow è uno scenario artistico in continua evoluzione, che incarna il mutato clima della società liquido-moderna e, allo stesso tempo, sanziona la nascita di una nuova attitudine, […] una condizione mentale, un mood emotivo e spirituale, generato dai recenti mutamenti tecnologici e culturali”.