I fotogiornalisti in esilio sono costretti a stare in silenzio per salvare le loro vite e quelle dei familiari. Chi riesce a fuggire dal proprio Paese, difficilmente può continuare la sua professione altrove. A Parigi, alcuni di loro vengono accolti dalla Maison des journalistes, un rifugio sicuro e unico al mondo, da dove poter ricominciare, o forse continuare il loro rischioso lavoro di denuncia, mobilitazione, informazione.
Si ciamano Beraat Gokkus (Turchia), Hani Al Zeitani (Siria), Hassanein Neamah (Iraq), Larbi Graïne (Algeria), … Provengono da Paesi in cui le libertà di stampa, di pensiero e di parola non sono garantite.
Ma da Parigi – d’ici – potranno finalmente raccontare al mondo chi sono, da dove vengono, perché sono scappati e cosa si sono portati dentro, oltre ai ricordi e al dolore. Usano il potere delle immagini e delle parole per descrivere, in una forma di narrazione onesta, fatti ed emozioni e per raccontare la loro vita in esilio e la difficoltà di ritrovare un quotidiano nel Paese che li accoglie.
D’ici (Da qui) è dunque una mostra realizzata in collaborazione con i fotografi di Magnum Photos, un progetto che raccoglie le testimonianze di questi professionisti in esilio. L’esposizione sarà inaugurata il 3 maggio – in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa – presso l‘Hôtel de Ville de Paris e metterà in luce esperienze personali di repressione, resistenza, successo, ma anche fallimento. I lavori saranno pubblicati anche su un quotidiano gratuito con una tiratura di 40mila copie per sensibilizzare i cittadini francesi (e non solo) ad accogliere l’Altro, che in questo caso sono i portavoce di tutti i rifugiati in Francia e in Europa.

FRANCE. Fleury Merogis’ Prison. March 2018. Exercise hour © Paolo Pellegrin/Magnum Photos
“It is in prison that I understood the importance of walking” – scrive Hicham Mansouri (Marocco). “A real lifesaver. I remembered the caged wolf at the zoo in my hometown of Ouarzazate. It paced back and forth non-stop. During my first walks, I noticed that all the prisoners circled around the yard anticlockwise. I said to myself: so that is what “killing time” means.”

FRANCE. Paris. 2018. Anna and Marie CURIE ©Cristina de Middel/Magnum Photos
“I, too, have hopes and dreams. I’m not asking you to pity me or treat me like the unfortunate refugee in need of your help. I’m not asking for special treatment either. I’m simply asking for guidance instead of stereotypes about what I can or cannot do.”, scrive Maria Kuandika (Rwanda)
Info: D’Ici, dal 3 al 31 maggio, Hôtel de Ville de Paris. Clicca qui per confermare la tua presenza alla mostra. Il progetto è ideato dalla Maison des journalistes in collaborazione con Magnum Photos.
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