Torna a Bologna e online “Terra di Tutti Film Festival”

Per raccontare diritti, conflitti, migrazioni, genere e ambiente dal 4 al 10 ottobre torna a Bologna e online Terra di Tutti Film Festival”

In concorso 24 titoli tra lunghi e cortometraggi di documentari e fiction sociali. L’intento è quello di offrire visioni del sud del mondo senza retoriche o censure, ma con l’idea che solo uno sguardo lucido, reattivo e mai rassegnato delle realtà che ci circondano possa portare a cambiare il presente ed inventare nuovi futuri. Anche attraverso il cinema.

Per farci raccontare le novità di quest’anno, abbiamo raggiunto  il direttore artistico Jonathan Ferramola.

Cosa dobbiamo aspettarci da questa quindicesima edizione?
Siamo pronti a partire per questo viaggio che si chiama “Terra di Tutti, Film Festival”.
Un viaggio che ci porterà quest’anno a solcare territori e temi spesso poco trattati dai media mainstream dalle grandi narrazioni che schiacciano molte volte il sud del mondo in una zona di conflitti, disagi, guerre e carestie, …realtà che tanti continenti purtroppo vivono, ma non è solo questo.

Qual è l’intento che vi proponete?
Terra di tutti film festival è nato quindici anni fa ormai, con l’intento di dare visibilità e spazio e di raccontare anche delle storie positive, aperte, colorate, caleidoscopiche di un mondo in ebollizione, un mondo fatto di rivendicazioni, di movimenti, di comunità, fatto di partecipazione e fatto anche di racconto.

Da dove arrivano i film in concorso?
Tanti di questi documentari che portiamo in visione – medi e lungo metraggi e una sezione di cortissimi – viene dai continenti più variegati. Abbiamo il nuovo cinema iraniano, cinese, visioni che arrivano dalla Russia o dall’America Latina. Parliamo di Amazzonia, di Africa, dei diritti dei bambini, delle donne, dei conflitti in Afghanistan, in Siria, in Palestina, di migrazioni. Sono tutti temi che spesso l’informazione tende a generalizzare e a banalizzare, a trattare con sufficienza o attraverso stereotipi. Noi, invece, vogliamo dar loro la giusta attenzione, valorizzando le voci di chi vive questi processi e questi territori – e quindi un racconto poco mediato – lasciando la forza della lingua originale sottotitolata, e del prodotto che ha una sua freschezza e immediatezza verso il pubblico.

Come reagirà secondo lei il pubblico a queste proposte?
Nel tempo, in effetti, il pubblico ci ha premiato, perché ci segue da anni. Noi, nonostante la pandemia, abbiamo deciso di tornare in presenza già dall’anno scorso; una sfida vinta.

Dove si svolgeranno le proiezioni?
In vari cinema della città, ma anche in streaming. Dal nostro sito sarà possibile vedere tutti i film, anche tranquillamente da casa, il tutto a visione gratuita, cercando di aprire il più possibile al nostro pubblico.

Forgotten Guerrero by Alfredo Bosco

La manifestazione prevede solo cinema o anche altro?
Non solo cinema… perché Terra di tutti vuole contaminarsi anche con altre arti e linguaggi. Ci saranno spazi dedicati alla fotografia, al fotoreportage da zone di guerra, talk e musica in uno spazio che abbiamo chiamato “talk and music”, ci saranno momenti di approfondimento con gli autori, dibattiti su temi di attualità – come ad esempio l’Afghanistan – sui cambiamenti climatici. Ci saranno anche performance teatrali per raccontare in modo altro e poi la sera le nostre proiezioni.

Quale spazio è previsto per questi eventi?
Da giovedì 7 a sabato 9 la casa degli eventi off – fuori sala – sarà il DAMS. Questo spazio rigenerato in via del Porto a Bologna ci ospiterà con tutte le misure necessarie per la situazione sanitaria in corso; dal mattino alla sera  in un flusso di momenti di incontro e di racconto.

Quali sono i premi in concorso?
Abbiamo 4 premi e una menzione che verranno consegnati in momenti diversi. Sul nostro sito troverete le varie date. I premi sono tematici, tranne due che sono intitolati a due figure a cui noi teniamo molto: Benedetto Senni, cooperante molto attivo in Africa sui temi ambientali, un agronomo che ha dedicato la sua vita all’Africa; Giovanni Loporto, cooperante di WeWorld, ucciso in Pakistan, un simbolo per noi dell’impegno che tante persone dedicano alla solidarietà internazionale rischiando ogni giorno la vita. Una menzione va fatta ai giovani studenti del DAMS di Bologna, che valuteranno dal punto di vista tecnico, regia, sceneggiatura e fotografia. Sono studenti che ci hanno anche sostenuto durante la selezione dei 24 film tra gli oltre 600 che sono arrivati per partecipare al concorso.

Info: Il programma dal vivo e il programma online

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