“Dammi il tuo amore, non chiedermi niente, dimmi che hai bisogno di me”. Scusate, non diceva così quella canzone degli anni Settanta? O forse Ottanta? Quella cantata da Alan Sorrenti.
Non mi tornava in mente da troppi anni, finché questa frase, la frase “non chiedermi niente”, mi è divenuta fin troppo familiare. Perché è il principale strumento di ricatto del mio uomo. E ogni volta che chiedo spiegazioni non ne posso avere.
Volete un esempio? Ecco qui il primo, ma ne ho un’infinità da raccontarvi. Sono episodi che mi fanno girare le scatole (scusate, ma mi piace parlare come mangio, quando sono arrabbiata) anche perché ribaltano completamente la concezione che ho sempre avuto della coppia: un luogo sacro e profano al tempo stesso, dove prendersi la libertà di essere se stessi, nel rispetto dell’altro, ma con sincerità.
Ecco, infatti, nulla di più lontano dalla sua, di concezione: un luogo dove lui ti ama e ti protegge, ma dove la parola “protezione” fa il paio con il “ci penso io”. Non dico che non vada bene, ma andrebbe meglio se il suo “ci penso io” non coincidesse con l’“it’s my businnes”. Ergo, con il “non ti impicciare, non ti riguarda, non sono fatti tuoi”.
Intanto, succede sistematicamente con la bolletta del telefono fisso. Non ha mai voluto che chiedessi il dettaglio dei costi. Dice che non gli interessa, che non è necessario. Comunque spendiamo, perché spesso chiama nel suo Paese anche con la rete fissa. Ma, dico io, che cosa hai da nascondere? Le telefonate all’amante? Beh, non so, forse sì. Ormai mi risparmio anche di dirgli “non siamo uguali” perché so che non mi ascolta.
Anche il resto della canzone che belava Alan Sorrenti si attaglia come un guanto a lui. Mi dice certe frasette, messe lì a bella posta per farmi star buona…. “Tu sei sempre mia anche quando vado via”. Certo, è chiaro. Magari io sono sempre sua e lui è libero di piantarmi le corna perché “non sono fatti miei”. In effetti, se ci penso bene, quando gli ho fatto conoscere la canzone di Alan Sorrenti, si è messo a cantarla tutta, ma alla fine del ritornello non ci arriva mai. Aspettate, cosa dice l’ultimo verso? Ah, ecco. Guarda un po’. Dice: “Tu sei l’unica donna per me”. Puah!
Scusa… mollarlo no…?
Ogni volta che leggo tuoi contributi è per lamentarti di lui. Non riesco a capire perché state insieme… e anche perché ci racconti tutto questo.
Esci, vedi le amiche, guardati in giro… prendi una decisione, cerca di volerti bene.
Buona giornata!
LU
questo non ti si fila manco tra cent’anni! ma le donne italiane sono tutte addormentate?!