L’amore è uno straniero

Il Diario di Aziza

A me non è capitato perché con il mio compagno ci siamo conosciuti tardi, e lui aveva già un matrimonio alle spalle, una moglie morta, un paio di figli di primo letto. Ma a Leila sì. E io oggi vi racconto questa storia così sfatiamo un altro mito sul modo arabo: l’uomo arabo non è un beduino tutto d’un pezzo, uno sconsiderato sciupafemmine. Anzi, non sono rari quegli uomini che hanno conservato una cavalleresca gentilezza, una timidezza maschia che tintinna come un cembalo se solo decide di farsi suonare.
Leila è una mia amica di nazionalità mista:
madre italiana, padre giordano, ha sempre vissuto a cavallo tra due culture. Cristiana, perché in famiglia avevano deciso di lasciarle la libertà di scelta, nonostante il padre fosse musulmano, cosa abbastanza rara. Una ragazza, divenuta poi donna, ben educata, libera ma con giudizio.

Era stata fidanzata tanti anni con un ragazzo italiano, ma poi non era andata bene. Si erano lasciati, con buona pace del padre, che si era convinto a lasciarsi la famiglia giordana con tutte le tradizioni della tribù alle spalle, per adeguarsi a forme europee di comportamento di coppia più flessibili. Leila ci ha tenuto comunque a recuperare il rapporto con la famiglia del padre e per qualche tempo si è trasferita in Giordania. La storia inizia proprio qui.

Quando me lo raccontò, gli occhi le brillavano, come se avesse scoperto un tesoro, un gioiello nascosto. Era felice, un po’ sorpresa. Turbata, anche. E c’erano tutte queste sfumature nel suo sorriso di fronte a una tazza di the, mentre mi diceva :”Non ci potevo credere, è stato bellissimo”. Leila aveva fatto l’amore per una sera, solo per una sera, con un ragazzo giordano, conosciuto tramite un giro di amici.

Si erano incontrati un anno prima, erano usciti una sera insieme ad altri. Poi si erano trovati a parlar da soli, sulla collinetta che sovrasta la città di Amman, un angolo di romanticismo decadente non molto distante da “downtown”, il centro città, tra la chiesa cattolica e la moschea Jebel al Weibdeh.

Lì lui le aveva raccontato di un fidanzamento malandato, tanti anni prima, di una storia d’amore osteggiata tra due tribù in odore di inimicizia (la tribù del padre di lei, infatti, si era opposta a questa unione) e del suo desiderio di vivere liberamente, senza costrizioni, una nuova vita e un nuovo amore. Le pareva una sorta di Romeo caduto, ma con la qualità tutta umana di non avere nemmeno provato a suicidarsi per diventare un eroe.

Mohammed le parlava della tradizione con una certa rabbia, ma anche con timidezza. In lui c’era il timore di scoprirsi e confessare a quella straniera mezza araba che lui non era il musulmano che lei si sarebbe aspettata, nonostante il nome che portava, quello del profeta. Anche lei si era scoperta il cuore, raccontandogli del suo fidanzamento lungo una vita, del desiderio di far famiglia naufragato nella mancanza di responsabilità del suo ex. Finita lì.

Così lei riparte e lui cerca di farsene una ragione. Ma la vita è imprevedibile e l’amore è uno straniero, dice Mevlana Jelaluddin Rumi. Così i due si ritrovano dopo un anno e succede quel che deve succedere. Lei arriva, lui la aspetta. Lui le fa capire cosa vuole, lei gli fa capire che sì, lo vuole. E poi si ritrovano da soli, nella magia di una sera, in una casa vuota, lui eccitato ma anche imbarazzato da tanta libertà. Potere incontrare una donna di nascosto ma liberamente. Immaginare di averla, senza chiedere permessi a terzi, senza che lei pretenda nulla da lui e viceversa. E lei che si stupisce per il suo modo appena accennato, quasi timido di baciarla. Un modo cauto ma maschio, decisamente maschio.

Fino a che succede qualcosa. Lei non può ancora crederci: lui, 30 anni di età, non ha ancora fatto l’amore con una donna. Mai. Non ha il coraggio di dirlo ma è evidente. Così lei, che non avrebbe mai immaginato di dovere vestire questo ruolo un giorno, lo guida, lo aiuta a capire cosa deve fare un uomo per dare piacere a una donna e come può aprirla come un fiore, se ci sa fare.

Così si amano, con gentilezza, bellezza, libertà. Quando lei torna indietro, in Italia, lui rimane lì. I due si promettono di lasciare fare al destino, senza rimpianti, senza rimorsi. Per non soffrire nella distanza. Perché, inevitabilmente, lui sposerà un’altra e lei non si sposerà mai, libera com’è. E perché esistono anche quegli amori di una notte sola, che suonano come un’interpretazione irripetibile. Un miracolo a cui partecipano, ignari, i loro stessi creatori.

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