Roma – La cooperazione fra le rispettive, solide, società civili sta alla base della costituenda Associazione Italia/Emirati Arabi Uniti, che sarà finalizzata entro l’inverno prossimo nell’ambito dell’Istituto Italiano per l’Asia e il Mediterraneo (Isiamed). Il recente accordo Etihad-Alitalia potrebbe intanto accrescere le probabilità che importanti capitali emiratini confluiscano nel nostro Paese per promuovere scambi economici e anche culturali. Un’iniziativa è già certa: il convegno “Expo Milano 2015 – Expo Emirati Arabi 2020. Per un futuro di partnership Italia/Emirati Arabi Uniti”; filo conduttore, la volontà di collegare capacità talenti e iniziative dei due Paesi, con particolare attenzione alla sovrastrutture destinate a rimanere.
Fondata a Roma nel 1974 con il compito di rafforzare il ruolo dell’Italia a livello internazionale e incrementarne i rapporti bilaterali con i Paesi di queste aree del mondo, nonché diffondere la conoscenza delle reciproche realtà, Isiamed ha ricevuto alcuni contributi pubblici fino al 1999, quando la direzione decise di rifiutarli “perché ai limiti dell’offesa personale”.
I Paesi che attraverso Isiamed hanno già rapporti privilegiati con l’Italia sono Marocco, Algeria. Tunisia, Turchia, Libano, Siria, Palestina, Iraq, Egitto, Yemen, Kazakistan, Izbekistan, Afghanistan, Pakistan, India, Bangladesh, Sri Lanka, Indonesia, Vietnam, Cina, Corea del Nord.
Al pari della altre Associazioni, Italia/Emirati Arabi Uniti sarà presieduta da un parlamentare italiano in carica; suo compito, coordinare attività e iniziative, di concerto con altri colleghi provenienti dai diversi schieramenti politici. La “diplomazia parlamentare” è tratto distintivo delle Associazioni promosse da Isiamed; uno degli intenti perseguiti è proprio potenziare i rapporti tra i rispettivi Parlamenti. Inevitabili tuttavia le difficoltà trattando con Paesi a democrazia giovane, dove ci sono sovente problemi ad esempio di effettiva libertà religiosa e di effettivo rispetto dei diritti umani. Chiaro che l’incertezza politica e i (rispettivi) pregiudizi costutuiscono ulteriori ostacoli.
La composizione di ogni Associazione risponde alle esigenze specifiche del Paese interessato e viene decisa di concerto con l’ambasciata. In generale ci sono imprenditori, diplomatici (anche qualche ex ambasciatore che mette a disposizione sue determinate competenze specifiche), giornalisti, accademici – personaggi che non di rado hanno già contribuito nel passato al rafforzamento delle relazioni bilaterali.
Dal 2012 a oggi, l’Istituto si è intanto dotato di una specifica sezione dedicata alla relazioni con l’Africa. Associazioni di amicizia e cooperazione si stanno formando con alcuni Paesi africani che, in costante crescita economica, potrebbero suggerire nuovi modelli di sviluppo, con pari vantaggio reciproco. Per quanto riguarda il Maghreb, l’Italia parte avvantaggiata soprattutto per la presenza diffusa e attiva sul territorio del nostro sistema di imprese.