Non pensavo che i tuoi editti avessero tanta forza, che un mortale potesse trasgredire le leggi non scritte e incrollabili degli dei. Infatti, queste non sono di oggi o di ieri, ma sempre vivono, e nessuno sa da quando apparvero: così Sofocle, nella tragedia Antigone. Assurta a emblema di disobbedienza civile in quel mondo occidentale che alla Grecia classica ascrive i suoi valori fondanti, Antigone rivendica la legittimità, anzi il dovere, di seppellire il fratello Polinice, trasgredendo il divieto di re Creonte. Morire senza sepolture, era per i greci oltraggio e orrore: la propria psyché avrebbe eternamente vagato fuori dalle porte dell’Ade, il corpo sarebbe diventato preda di cani, di uccelli. E di pesci.
Sai che pesce è tornato? Le spigole.
Poi si era addumato una sigaretta e se l’era svampata tutta in silenzio.
E sai perché le spigole sono tornate in mare? Sai di cosa si nutrono? Ecco.
Aveva spento la sigaretta e se n’era andato.
(Davide Enia, Appunti per un naufragio, ed. Sellerio, 2017)
L’anno scorso, nel Mediterraneo, sono annegate oltre duemila persone (UNHCR)
ROMA – Antico, tormentato e nobilissimo, il filone della disobbedienza civile lambisce anche quello che gli storici ricorderanno come il genocidio del quarto millennio nel Mediterraneo (e non soltanto).
Dal XVI secolo, con Discorso sulla servitù volontaria, primo saggio del giurista e politico francese Étienne de la Boétie, fino al XIX quando lo scrittore e filosofo statunitense Heny David Thoreau teorizzò il dovere di non nutrire rispetto per la legge bensì di essere devoto a ciò che è giusto (Disobbedienza civile). Dagli italiani don Lorenzo Milani e Danilo Dolci fino allo storico statunitense Howard Zinn (E’ giusto disobbedire a leggi ingiuste, e alle sentenze che puniscono la violazione di quella leggi, Disobbedienza e democrazia). Dall’India di Gandhi, secondo cui il cuore della resistenza – non violenta, ovviamente – consisteva proprio nel violare leggi ingiuste, fino agli Stati Uniti, dove i diritti civili dei neri, pur riconosciuti sulla carta, divennero reali solamente dopo alcune campagne di disobbedienza civile negli anni ’60 del XX secolo. Sul finire del secondo millennio, Gene Sharp, sociologo e filosofo statunitense, suggerisce Come abbattere i regimi con una strategia che svuoti progressivamente di contenuto le istituzioni al servizio della dittatura, e diventa punto di riferimento per i serbi in lotta contro Slobodan Milosevic, gli ucraini di Maidan, gli egiziani di piazza Tahrir, e tunisini, georgiani, venezuelani, iraniani.
Personaggi, tutti, disposti a pagare con la detenzione il carcere, per le proprie idee: così come di fatto avvenne.
Vado contro la legge proprio per disattendere leggi balorde, commenta nell’ottobre 2018 Mimmo Lucano sindaco di Riace (nella foto), arrestato con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e corruzione (matrimoni combinati per l’acquisizione della cittadinanza e irregolarità nella raccolta dei rifiuti).
Tutto comincia nel 1998, quando a Riace – Comune calabrese di poco più di un migliaio di abitanti, a suo tempo famoso per il ritrovamento in mare di due bronzi greci, in un territorio dissanguato da emigrazione, speculazione edilizia, ‘ndrangheta – approdano alcune centinaia di curdi scampati dai gorghi del Mediterraneo. Altri via via affluiscono, dall’Africa e dall’oriente: quasi seimila persone, una ventina di nazionalità, a inizio millennio. La vita del paesino si riaccende. Locali e migranti, insieme al lavoro. Tornano agibili case e strade, si aprono laboratori artigianali tessili e di ceramica, biblioteche e asili nido e scuole comprensive di corsi di inglese e di italiano, si inaugurano o tornano a funzionare bar botteghe panetterie. In questo e altri comuni vicini, l’associazione Città Futura-Giuseppe Puglisi (intitolata al parroco siciliano ucciso dalla mafia nel 1993) mette a disposizione case abbandonate. Intanto la ‘ndrangheta indirizza lettere di minacce e raffiche di proiettile a chi sia coinvolto nell’accoglienza; si vedono i fori, su alcune vetrine. Nel 2016, la rivista Fortune inserisce Mimmo Lucano tra i 50 leader più influenti del mondo.
Con l’arresto di Mimmo Lucano e l’allontanamento dei profughi, tutto sembra perduto. Ma non è vero.
Da marzo di quest’anno la Fondazione E’ stato il vento comincia a riannodare le fila dell’inclusione. I contributi della Regione Calabria sono determinanti per consentire a Riace di continuare a vivere. I profughi non rimarranno per strada, manovalanza per la ‘ndrangheta. Non chiuderanno botteghe, né scuole, né laboratori (anzi, i prodotti saranno inseriti nel circuito mercato equo e solidale). Il Dams di Bologna ipotizza un locale laboratorio di antropologia culturale.
Continueremo a disobbedire e rimarremo umani.