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DoveStiamoAndando? Tra guerre e terremoti, a provare compassione anche per gli ultimi degli ultimi

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Il gattaro di Aleppo_640Oggi sappiamo per certo, ma istintivamente lo abbiamo saputo sempre, che gli animali possono soffrire come gli esseri umani. Le loro emozioni e la sensibilità sono spesso più forti di quelle umane. Alcuni filosofi e capi religiosi hanno cercato di convincere discepoli e seguaci che gli animali altro non siano che macchine senz’anima né sentimenti. Chiunque abbia però vissuto con un animale sa che questa teoria è una sfacciata menzogna, inventata per giustificare la crudeltà.
(Isaac Bahevis Singer)

ROMA. – Come non mai vissuti, gli ultimi degli ultimi attraversano le disperazioni e scompaiono. Chi azzarderà i numeri di animali morti durante le guerre o nei disastri naturali?
Oggi sembrano delinearsi barlumi di consapevolezze nuove e non prevedibili – niente è prevedibile in questo nostro tempo straordinario, terrificante, meraviglioso, fertile e crudele. Verso gli ultimi degli ultimi, affiora una compassione persino nell’inferno siriano e anche nelle calamità che ovunque nel mondo uccidono, come il terremoto del 25 agosto scorso nel centro Italia.

“Considero uguali gli animali e gli esseri umani: Sentono il dolore e meritano compassione allo stesso modo”, dice Mohammad Alaa Aljaleel, “Il Gattaro di Aleppo”.

Elettricista, all’inizio del conflitto siriano rifiuta di emigrare in Turchia per rimanere in patria a soccorrere. Dal 2012 guida le ambulanze con i feriti e si prende cura degli animali randagi, soprattutto gatti, per lo più abbandonati da chi è fuggito. In un primo tempo, a sue spese ne sfama una decina vicino a un palazzo bombardato; ogni giorno il numero cresce.

Nel 2013, primo post su Facebook. A Cremona, dove abita da tempo, lo legge una studentessa libanese, Alessandra Abidin, che ha appena perso il suo gatto, Ernesto, e sta cercando un’associazione animalista da aiutare in sua memoria. Contatta Mohammad, insieme fondano su Facebook il gruppo Il Gattaro di Aleppo. Poco a poco, in città lo conoscono tutti; intanto i giornali del mondo pubblicano, la solidarietà cresce e “salvare i gatti diventa anche un modo per aiutare le persone”. Attraverso l’associazione umanitaria Syria Charity, con sede a Parigi, arrivano aiuti sufficienti per comprare un terreno dove realizzare un recinto per i gatti, un’area giochi per bambini completa di dipinti in bianco rosso verde e un pozzo. Ai gatti mansueti Mohammad mette un nastrino rosso intorno al collo; ci si può giocare. “E quando un bambino mi porta un gatto abbandonato gli do un piccolo premio”, racconta.

Così dall’inferno sbuca, adesso, uno striscione: Rifugio Ernesto – Il Gattaro di Aleppo. Ci sono 170 gatti, qualche cane, alcune galline e papere. Riso, ossa, frattaglie sempre più difficili da trovare.

Poco tempo fa una bomba colpisce l’ambulanza dove viaggia un collaboratore di Mohammad, Yasser; gli si dovrà amputare un piede. Una colletta fra i membri de Il Gattaro di Aleppo (nel frattempo saliti a 4577, in Italia e altri Paesi non soltanto europei) permette di comprarne una nuova; in questi giorni si è conclusa un’altra colletta per riparare quella colpita. Fin dall’inizio, tutti i contributi sono puntualmente elencati e pubblicati su Facebook.

Ogni tanto l’ambulanza torna al Rifugio portando anche un gatto. Una volta salvò un cucciolo di capra che vagava sulle macerie; adesso sta con una famiglia vicina.

Dall’inizio del conflitto, quasi 500mila morti, 2 milioni i feriti, oltre 6 milioni tra sfollati e profughi (dati del Syrian Centre for Policy Research). Quotidianamente Mohammad posta su Facebook video e foto. “Ogni giorno, uscendo di casa, so che potrei non tornare”, dice. Lo sanno anche gli iscritti. Infatti controlliamo ogni sera.

Terremoto AmatriceQuando hai perso tutto, una bestiola è capace di rivitalizzare i circuiti emotivi, soprattutto se è quella che, prima della catastrofe, abbracciavi al caldo e al sicuro in casa tua. In guerra come nelle calamità naturali, a volte solamente la bestiola si salva. Quel bambino di Amatrice che nei giorni del terremoto si stringeva al suo cagnolo appena estratto dai detriti – nient’altro era sopravvissuto. Quella signora anziana che piangeva di paura tenerezza sfinimento dolore accarezzando la sua gatta appena ritrovata. Intanto i “cani da macerie” continuavano a scavare.

294 morti, 2925 sfollati, a centinaia i feriti. “Non portate gli animali sopravvissuti fuori dal territorio, non adottateli prima di essere certi che i loro umani siano scomparsi”, ribadivano le associazioni animaliste (Lega Antivivisezione, Ente Nazionale Protezione Animali, Organizzazione Internazionale Protezione Animali, altre) accorse con ambulanze e veterinari, volontari, lettori microchip, medicinali, cibo, trasportini, guinzagli, collari, pettorine.

Fino a quando non hai amato un animale, una parte della tua anima sarà sempre senza luce, diceva Anatole France.

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Laurie McRae

Thank you, Ornella Rota, for this wonderful article. Mohammed Alaa Aljaleel, a.k.a. Il Gattaro d’Aleppo, with the generous assistance of Italian friend Alessandra Abidin, has brought compassionate cat loving people from ALL over the world together, who support him in any way we are able to (or allowed to). Alaa has also enlightened all of us to the plight of the innocent citizens, children & animals of Aleppo…while our own countries news agencies & governments “sweep it under the rug,” or, worse yet, support the bombing of Aleppo on a daily basis, under the guise of “destroying Isis.” Thank you… Leggi il resto »

Cecilia Minisci

Gli animali hanno intelligenza, sensibilità e purezza. Autentici in ogni loro manifestazione! Non conoscono l’odio e l’interesse. Chi pensa che non abbiano un animo, è solo chi non ha un animo. La mia relazione con gli amici animali è nata con me, e ho un’intesa così profonda con loro, che mi avvicina sempre più al loro mondo e li amo sempre più incondizionatamente! Articolo valido e vero!