Quando si pubblicano numerosi articoli, spesso si reagisce a caldo. Nel mese di gennaio 2015, ad esempio, ci hanno profondamente segnato le manifestazioni di solidarietà contro gli attacchi commessi ai danni dei giornalisti di Charlie Hebdo, dei poliziotti e degli ebrei. Abbiamo sentito una grande tristezza, una forma di desolazione.
Ma, a torto o a ragione, abbiamo ritenuto che l’indignazione fosse selettiva.
Era la mobilitazione per la libertà di espressione, del tutto comprensibile! Come è stato possibile che la stessa mobilitazione non si è avuta per il Kenya, Bardo, i cristiani d’Oriente, i rifugiati?
Conoscete la città di Garissa? Il 2 aprile 2015, intorno alle 5:30, elementi del gruppo islamista somalo al-Shabaab hanno preso d’assalto l’Università di Garissa in Kenya. Dotato di maschere e uniformi militari, hanno mirato soprattutto ai cristiani, selezionandoli in base ai loro abiti. Macabro il risultato: 148 persone vengono uccise, tra cui 142 studenti, tre poliziotti e tre soldati. Ci sono anche almeno 79 feriti. Successivamente, la condanna. E’ stata corretta? Noi riteniamo di no: ci sarebbe stata una mancanza di attenzione, risposte insufficienti, se non quasi inesistenti. Ci sarebbe voluta la nostra solidarietà, saremmo dovuti essere per le strade, gridando e urlando.
Perché i capi di Stato non sono stati a Garissa? Perché non hanno marciato come hanno fatto a Parigi?
E i rifugiati? Sottoposti a violente guerre civili e a massacri, stupri, siccità o carestie, i profughi sono in fuga (da Yemen, Siria, Iraq, Somalia, Libia …). Fuggono per piacere? Fuggono perché è divertente? Perché sarebbe … di tendenza?
E noi, non dovremmo avere vergogna? Mi piace citare qui il cantante Gilbert Bécaud, quando ha detto: “L’indifferenza ti uccide a piccoli sorsi” . I rifugiati stanno morendo sotto i nostri occhi tutti i giorni. L’Europa non può fare nulla?
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