I cittadini europei e quelli dei Paesi della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo hanno un appetito crescente per la conoscenza reciproca, ma affrontare la realtà di un allarmante aumento delle tendenze xenofobe e settarie incide sulla coesione sociale in tutta la regione.
Questo è uno dei risultati principali di un nuovo rapporto lanciato dalla sede di Alessandria dalla Fondazione Anna Lindh, un’organizzazione internazionale che promuove scambi interculturali e progetti comuni tra le società civili della regione euro-mediterranea.
Il rapporto è stato stilato sulla base della prima verifica comparativa effettuato da Gallup Europe con 13 Paesi dell’ Unione per il Mediterraneo, tra cui: Albania, Belgio, Danimarca, Egitto, Germania, Irlanda, Italia, Giordania, Marocco, Polonia, Spagna, Tunisia e Turchia.
Secondo il sondaggio, infatti, circa l’80% degli europei e il 65% del sud e est del Mediterraneo sono interessati a saperne di più sulle questioni politiche, economiche, religiose e culturali dall’altra sponda del Mediterraneo. Inoltre, mentre la maggior parte (82%) considera la diversità una fonte di prosperità, il 47% ha il timore che possa avere un impatto negativo sulla stabilità sociale.
“Questa nuova edizione del Rapporto Anna Lindh, il primo dopo le storiche rivolte arabe, è uno strumento prezioso, mentre noi continuiamo ad adattare le nostre strategie e programmi per tener conto delle nuove realtà regionali“, ha dichiarato il commissario europeo per l’allargamento e la politica europea di vicinato, Stefan Füle, aggiungendo che, “una chiave di lettura e azione per i leader politici di entrambe le sponde del Mediterraneo è che i loro cittadini stanno cercando di lavorare insieme e trovare nuovi modi alternativi di partecipazione nelle loro società.”
André Azoulay, Presidente della Fondazione Anna Lindh, ha sottolineato: “I risultati devono ora essere la base per il rafforzamento su una scala più grande della società interculturale e civile tra i Paesi del Mediterraneo. Le soluzioni top-down, imposte dall’alto, non funzionano, come l’indagine rivela, e qualsiasi unione attraverso il Mediterraneo deve essere costruita sulle convergenti aspirazioni culturali tra i cittadini della regione. ”
I principali risultati del ‘Rapporto Anna Lindh sulle tendenze interculturali e cambiamento sociale’ sono:
Un crescente appetito per saperne di più circa l’altra sponda del Mediterraneo come base per la cooperazione nella regione: l’interesse dei cittadini europei verso le questioni politiche, economiche, religiose e culturali è cresciuto dal 2009 di circa l’ 80%.
Le credenze religiose non rappresentano più delle priorità per le persone dal 2009. La prima priorità è la famiglia (56%), seguita dal rispetto per le altre culture (39,5%) e in terza posizione le credenze religiose (33,5%).
La diversità culturale è vista come fonte di prosperità delle società (82%), ma allo stesso tempo la metà della popolazione ritiene che potrebbe avere un impatto negativo sulla stabilità sociale (47%).
La gioventù in tutta la regione è ottimista per il futuro, soprattutto sul versante meridionale e orientale della riva del Mediterraneo, con il 65% che ritiene che la loro vita sarà migliore nei prossimi 5 anni.