Mi domando cosa penseranno veramente i parigini quando vedranno che ad aprire la porta de Le Bistrot parisien è sì un “francese”, ma è un francese “musulmano” di origine araba. Cosa proveranno davvero dopo le manifestazioni violente e le morti che hanno avuto luogo nel mondo in seguito alla diffusione del video The innocence of muslim e alla pubblicazione, poco dopo, delle caricature di Maometto sul giornale satirico francese Charlie Hebdo? Mi domando anche come si sentirà il parigino “musulmano” di origine araba quando entrerà nel Bistrot e, con tutti gli occhi puntati addosso, chiederà un tavolo. Avrà ancora un futuro sereno in Francia?
Il Primo ministro Jean-Marc Ayrault il 19 settembre scorso ha annunciato che a Parigi le manifestazioni contro il film che ha innescato le polemiche non saranno autorizzate. “Nous ne tolérerons pas de débordement”, ha detto. Lo Stato francese non ammette dunque provocazioni. Proibire le manifestazioni per non gettare altro fuoco sulla rabbia del mondo musulmano potrebbe garantire un futuro più sereno ai musulmani francesi, ma potrebbe anche calpestare un diritto fondamentale: la libertà d’espressione. C’è chi è d’accordo con il Primo ministro e chi, invece, non lo è affatto. A tal proposito il quotidiano francese Le Monde ha individuato chi sta dalla parte de “les pro-liberté d’expression totale” e chi invece sta da quella de “les anti-provocations”. Vi mostriamo l’articolo e vi domandiamo: “Voi, da che parte state?”.
Caricatures de Mahomet : pour Valls, la liberté d’expression est un “droit fondamental”
Plusieurs responsables politiques et religieux ont réagi à la publication de caricatures de Mahomet par l’hebdomadaire satirique Charlie Hebdo mercredi, faisant part de leur inquiétude, et au-delà de la désapprobation pour certains, de leur défense de la liberté d’expression……