Uno studente di Scienze Politiche presso l’Università di Istanbul (che preferisce non rivelare la sua identità)
Istanbul – Nella notte del 30 marzo scorso, l’Akp – il Partito per la giustizia e lo sviluppo con a capo Recep Tayyip Erdoğan – ha vinto di nuovo a Istanbul come in molte altre città della Turchia. Queste elezioni sono state le più importanti negli ultimi venti anni. Sono state locali, ma hanno avuto qualità differenti. Fanno, infatti, parte di un processo confuso della politica turca che prova, ma non riesce, a rinnovarsi. Un processo che è cominciato con la protesta a Gezi Park, a maggio del 2013, ed è continuato con lo scandalo corruzione a dicembre di quest’anno fino a portare il governo a bloccare i social, come Twıtter e Youtube, responsabili delle fughe di notizie.