Uno studente di Scienze Politiche presso l’Università di Istanbul (che preferisce non rivelare la sua identità)
Istanbul – Nella notte del 30 marzo scorso, l’Akp – il Partito per la giustizia e lo sviluppo con a capo Recep Tayyip Erdoğan – ha vinto di nuovo a Istanbul come in molte altre città della Turchia. Queste elezioni sono state le più importanti negli ultimi venti anni. Sono state locali, ma hanno avuto qualità differenti. Fanno, infatti, parte di un processo confuso della politica turca che prova, ma non riesce, a rinnovarsi. Un processo che è cominciato con la protesta a Gezi Park, a maggio del 2013, ed è continuato con lo scandalo corruzione a dicembre di quest’anno fino a portare il governo a bloccare i social, come Twıtter e Youtube, responsabili delle fughe di notizie.
Il risultato delle elezioni di Istanbul credo veramente abbia sorpreso molte persone. All’opposizione erano presenti, infatti, tanti partiti nemici dell’Akp. Non solo loro. A Istanbul molte persone si sono schierate contro i progetti del terzo ponte e del terzo aeroporto, che hanno causato il taglio di circa 2,5 milioni di alberi. Molti cittadini non hanno voluto che venisse realizzato un nuovo centro commerciale a Gezi Park a memoria di una vecchia caserma ottomana. In tanti hanno protestato, ma l’Akp – Erdogan in particolare – ha risposto con una politica aggressiva. La protesta di Taksim Gezi Park è stata democratica, amichevole e persone di ideologie differenti (kemalisti, curdi, anarchici, musulmani antıcapisti, gruppi lgbt, …) hanno manifestato insieme, spalla a spalla. Ma la polizia ha risposto con durezza. La gestione della protesta da parte dell’Akp non è stata democratica. Per questo il risultato delle elezioni non è convincente. C’é il sospetto di molti brogli, come una scheda votata per il Chp (il Partıto repubblicano del popolo) trovata bruciata in un seggio elettorale. Anche Anadolu Ajansı (l’agenzia di stampa ufficiale) ha fatto demagogia quando esponeva il risultato del voto.
Vincere le elezioni, certamente, è un vantaggio per l’Akp. Ma spero che questo vantaggio sia di breve durata. Sono sicuro che la situazione confusa della politica turca continuerà. Il sospetto dei brogli è molto diffuso. Il Chp e il Mhp (Partito nazionalista) devono pensare a ciò che possono fare in futuro, separati o uniti. Tutti i partiti devono rıcercare la ragione sociologica che li ha portati alla sconfitta. Questa non è la fine, è solo un altro inizio.