Il valore delle parole torna a Parma

Manlio Maggio (dx) con Luciano Messi (sovrintendente del Teatro Regio di Parma)
Manlio Maggio (a destra) con Luciano Messi (sovrintendente del Teatro Regio di Parma)

Da dieci anni a Parma il Festival della Parola si prende cura del “valore delle parole”.

Dopo un inizio estate pieno di incontri, il festival si prende una piccola pausa e ripartirà il 25 agosto con lo spettacolo di note e parole “Voce che apre”.

“È nato nel 2013 – ci racconta Manlio Maggio, curatore e ideatore – da un’idea dell’associazione “Rinascimento 2.0” per dare a Parma iniziative culturali di livello. Sin dal suo debutto, il festival ha sempre puntato a creare incontri, in occasione di celebrazioni d’interesse nazionale o particolari ricorrenze legate a figure della musica, del cinema e, in generale, della cultura del nostro Paese”.

Accompagnato da produzioni artistiche originali, il Festival affronta temi più che mai attuali, come il percorso della donna nel mondo del lavoro, la scienza al servizio del futuro, l’arte come ponte di integrazione per una migliore convivenza tra i popoli, l’accoglienza, la cultura della legalità (con l’intervento del giudice Nicola Gratteri). Per celebrare il centesimo anniversario della nascita di Maria Callas, gli spazi interni della Corale Verdi a Parma accoglieranno la personale di Carlo Gianini come omaggio alla Divina e ad altri grandi interpreti dell’Opera

Gli spettacoli in programma sono numerosi: dal concerto di Paolo Jannacci dedicato al papà Enzo, a 10 anni dalla scomparsa, a Giulio Casale, che ripercorrerà il repertorio del signor G, a 20 anni dalla sua morte; allo spettacolo concerto “A futura memoria”, dedicato alla giornalista Anna Politkovskaja, con Valentina Lodovini.

La chiusura del festival, il 4 settembre, è lasciata ad Elio con il suo spettacolo “Elio, Pierino e il lupo e …altre bestie”, e con i più celebri brani delle Storie Tese, il tutto accompagnato da 40 elementi della Filarmonica di Parma.

“Uno degli obbiettivi del nostro festival – conclude Manlio Maggio – era quello di far godere al pubblico le bellezze del nostro territorio. Credo che ci siamo riusciti perché i luoghi degli incontri sono suggestivi e pieni di storia. Cito uno per tutti: la Certosa di Parma”.

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