Quando la musica si intreccia con la scienza i risultati possono essere sorprendenti. “Tempo-Musica – Il relativismo musicale” è il nuovo libro del chitarrista e compositore Renato Caruso (edito da Le Ruzzole): attraverso una serie di aneddoti, l’autore dimostra il forte legame tra le due discipline e conduce il lettore in uno spazio insolito.
Renato Caruso definisce “Relativismo Musicale” la sua nuova teoria sulla relatività della musica. Il suo approccio è un omaggio alla famiglia Galilei, sia Galileo sia il padre Vincenzo, i primi a parlare di relatività.
Secondo questa sua teoria, la musica non è statica, ma è soggetta a interpretazioni e influenze personali, sia da parte di chi la crea sia di chi l’ascolta. Il tempo e l’emozione svolgono un ruolo fondamentale nella percezione e nell’esperienza musicale, rendendo ogni esecuzione e ascolto qualcosa di unico e irripetibile.
Perché questo libro?
“Come direbbe il matematico Luca Pacioli, questo mio ultimo lavoro è la Summa delle tre discipline che ho amato fin da bambino: filosofia, scienza e musica. In ognuna il tempo ha un ruolo molto importante che cerco di sviscerare in questa nuova idea di musica: non più melodia, armonia, ritmo e parola, ma anche tempo, istante, emozione. Il libro è nato da una serie di appunti che ho preso in questi anni; sono quindi piccoli appunti di viaggio. Sono brevi riflessioni su quello che è accaduto nel Novecento – sia da un punto di vista filosofico, sia scientifico e musicale – per capire come siamo arrivati alla musica di oggi. Il tutto visto da una prospettiva musicologica, non pop. I miei studi vertono su questo: la ricerca e l’intreccio scienza-musica-filosofia. Poi, siccome quando faccio un nuovo disco esce di pari passo anche un libro, ho mantenuto la tradizione con questi appunti di viaggio che altro non sono che la teoria di quello che suono nel disco”.
Cosa intendi concretamente per “relativismo musicale”?
“La musica relativa al tempo in cui si ascolta, quindi non sono solo la musica e le parole, ma per me è molto importante anche il tempo in cui si ascolta o si suona la musica. Il libro si chiama “Tempo – Musica” come se fosse una nuova variabile, rubata ad Albert Einstein, spazio – tempo. Il relativismo c’entra anche con Galileo Galilei: è la fisica che cresce con la musica. Il concetto finale è che non si dovrebbero notare differenze, ma qualcosa di diverso tra le varie tracce (che solo un orecchio allenato può percepire) ci sarà sicuramente. In ogni momento della giornata, siamo persone completamente diverse: alle 7.00 io ho una predisposizione ad affrontare la vita e suonare in un certo modo, alle 8.00 in un altro; ogni ora è diversa. La musica non è fatta solo di note, parole, armonie, ma è fatta anche di momento, di tempo, di stato d’animo. Non basta solo la musica, ma c’è qualche altra variabile che ci dice tante nuove cose. Magari alle 8 di mattina ascoltiamo un brano che non ci procura niente; se lo ascoltiamo invece in un altro momento, lo troviamo bellissimo, perché è cambiato il momento in cui l’abbiamo ascoltato. Questo è il mio obiettivo: cercare di far capire questa differenza. Ho quindi registrato un disco con dieci tracce uguali, suonate in diverse ore del giorno”.
Quindi tutto riconduce alla matematica?
“La musica è anche matematica. Dal Cinquecento, Pitagora si occupava di musica, ma a livello matematico (misurazione delle frequenze, numeri, …). Fino al Cinquecento/Seicento, la musica è stata vista non solo come musica per divertimento o per rilassarsi, ma soprattutto per una questione scientifica: lo studio delle frequenze e del temperamento. Molta matematica è legata anche alla filosofia; del resto la matematica è filosofia! Dopo Galileo Galilei tutto è cambiato. È per questo che nascono Romanticismo, Barocco e la musica diventa più musica che matematica, ma il suo fondamento è lì. Basti pensare che la differenza tra una nota e l’altra è una differenza di frequenza e quindi di numeri. La matematica è in tutto, pensiamo ai computer, sintetizzatori, …”.
Il chitarrista crotonese è anche l’inventore del genere musicale “Fujabocla”, che mescola vari stili musicali, tra cui il funk, il jazz, la bossa nova e la classica. Insomma, tutto da ascoltare oltre che da leggere.